Volendo dimenticare diversi esperimenti di storytelling che pare oggi sia inflazionato dalla pubblicità, una letteratura duratura è una letteratura che non dimentica il dibattito sul nostro tempo. Nessun libro che non sia il frutto di una riflessione storica e quindi storicistica può dirsi il parto spirituale di una mente intellettuale perché nessun intellettuale si sognerebbe di dimenticare la parte più luminosa della sua formazione per divertimento. Non sono sicura che all’università esistano corsi che traccino ad esempio, con 50 slide per lezione in 23 lezioni, i processi più importanti del nostro tempo. La polemica, così come il dibattito delle idee sono le direzioni fondanti di un processo di riflessione letterario e quindi intellettuale. Per questo motivo vi dirò come ho scritto “Origami”. Lungi dall’inserimento di materiale poetico (non è metaletteratura, non in modo diretto), e lungi dal riproporre una materia narcisistica (mi sono rifatta alle mie autobiografie ma solo per separarmi dai miei personaggi), ho creato un mondo come ogni tentativo letterario vuole. Ho cominciato quindi la stesura del romanzo molti anni fa, e l’ho incisa a partire dal 2019. In un video probabilmente potrò mostrare se me lo verrà chiesto, una grossa mappa di fogli A4 tenuti insieme dove c’è lo snodo della trama dei miei eroi. Tendo a sottolineare che non mi piacciono i romanzi pieni zeppi di strade, personaggi secondari non caratterizzati e descritti senza stile, non amo la sovrabbondanza la ritengo inutile e tra l’altro la definirei “stile harmony”. Ho un concetto di “pagina letteraria” che deve risuonare anima letteraria per cui secondo me, lo scrittore che tratta la pagina bianca come il secchio dei rifiuti della spazzatura scrivendo un romanzo di 400 e passa pagine con tutto ciò che gli frulla per la testa sarebbe meglio andasse in terapia e scrivesse con il risultato saggistico del romanzo un buon saggio di 30 pagine. Per come intendo io il processo letterario e il prodotto letterario. Per il resto, e quindi non so se vi mostrerò questa enorme mappa che ho costruito per non dimenticare i dettagli dei personaggi, poi ho preso da alcune riviste dei visi di attori, o non solo, anche modelle e modelli a me totalmente sconosciuti ovviamente, e ho caratterizzato secondo la loro fisionomia i miei eroi così mi è parso poco difficile muovere i personaggi tra gli spazi e gli ambienti. Non so se mi verrà chiesta la dimostrazione del procedimento di questo tipo di lavoro, qualora per pura curiosità di lettori mi verrà chiesta la dimostrerò in un video. Al di là di “Origami” volevo confidarvi una parte delle mie direzioni intellettuali, per cui, senza queste direzioni per me è inutile che vi mettiate a scrivere un romanzo (e per favore pregherei i concorsi che giudicano gli inediti e i nuovi esordi di tentare di sentire ciò che con il cuore e l’anima vi sto scrivendo). Prima di approcciare ad un romanzo, cioè un lavoro serio che non dipende dalla lunghezza strabordante e sovrabbondante di una trama dove credete di versare tutto ciò che vi capita nella testa senza stile come se i lettori fossero spazzatura, imparate il rispetto per il lettore e scrivetevi su un quadernetto a parte riflessioni seguendo queste parole chiave:
sovranismo/ populismo/ neocolonialismo/ breve accenno alla storia delle religioni/ sessantotto/ femminismo/ Adorno (la scuola di Francoforte, etc)/ rivoluzione cubana/ Mosca/ Berlino/ al quaeda/ hitler/ laicità (assoluta e non)/ spread/ povertà sociale/ razzismo/ la comune di Parigi e derivazioni/ disoccupazione / sindacati/ mafia/ socialismo/ secessione/ Usa e Iran/ Corea del nord/ questione ebraica/ spread/ razzismo
Poi ci sarebbero le riflessioni di natura culturale (libri, eventi artistici, dibattiti delle lettere) e riflessioni di natura scientifica (l’antropocene e i riferimenti all’eco-attivismo).
Questa è solo la prima parte di un articolo che vi lascerò per incidere su ciò che ritengo un prodotto letterario, il parto di un progetto letterario.
Sabatina Napolitano