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Come avevo anticipato sui social ho inviato il 20 agosto 2020 un testo a Maurizio Cucchi per la Bottega di Milano del quotidiano La repubblica: quando parliamo di Maurizio Cucchi parliamo di un autore rinomato e conosciutissimo non solo a Milano, ma in tutta Italia e all’estero, che ha scritto la storia della poesia e di cui naturalmente parlerò approfonditamente, -conservo gelosamente delle sue magnifiche traduzioni di Prevert e tanta letteratura di cui desidero parlare-. Qui il testo che ho proposto per presentarmi a lui e a Milano, e grazie per il consiglio dei tagli, che ho letto quindi dalla pubblicazione sul quotidiano del 19 ottobre 2020: lo accetto di cuore, mi andava di farmi conoscere autentica e con il giusto entusiasmo. Milano grazie di cuore. Ma siamo solo all’inizio.

Sabatina a Milano

A Milano vivono poeti come Cucchi,
Pellegatta, De Angelis, Viviani e Testa.
C’è la sede di Adelphi che vorrei visitare.
Ho cercato in una rivista la mia ombra
e non l’ho trovata, persino rovistando
all’interno di alcune borse
che avevo lasciato nell’armadio
proprio per le grandi occasioni.
La mia casa è nei libri e nel cuore
di un editore, mi piace dirlo, regredendo.
Faccio il bagno con gli occhiali d’estate
perché ho la retina sottile
e una vista da miope, non come quella
di certi accademici che a difendersi
le virgole digrignano i denti in rivolta.
Non ho bisogno di chiedere nulla
alla parola a differenza di molti altri,
mi è bastato un cassetto con lenzuola gialle,
la luce dopo un tragitto a piedi e buio,
del mais fritto e il latte macchiato al mattino.
Mi è bastata una altra estate
desiderando birre magari dopo orgasmi,
ombrelloni e i miei costumi ridotti.
Mi è bastato essere grata alla tua vita,
in questo sorriso chiuso mentre ripenso
a te che fai finta di non soffrire.
Vorrei mangiarmi il tuo passato
per conquistare tutti i tuoi vestiti.
Tutti, proprio tutti, li voglio sulle sedie,
sui letti, nel bagno, sul comò,
voglio ogni tua cosa, persino il rasoio.
Voglio te per me e io che raccolgo tutto.
Voglio quello che tocchi con la punta
delle dita in cambio di disegni maculati,
bozze di romanzi, pelle tanta pelle
sgualcita ma poi rimescolata a mani
di uomini estranei che mi rimbalzano
alla mente per insegnarmi come non sei.
A Milano c’è la Valduga, ci sono stati
altri poeti, Raboni che hai incontrato.
Molto della nostra storia in una città
del mondo che come le altre esce
da una pandemia disgraziata. A me
è bastato, e forse ancora basta,
un prosecco, qualcuno che mi guarda
come una donna, come mi muovo
dallo sguardo di uomo che non ha io
che vuole solo da me la donna
e tu dimentichi la poesia
mentre sudato mi abbracci,
guardi fuori, desideri me stretta
alle tue lenzuola, ancora.

Sabatina Napolitano

https://milano.repubblica.it/


News Reporter
Sabatina Napolitano è nata a La Maddalena (SS) il 14 maggio del 1989. Ha pubblicato otto libri di poesia. Suoi testi sono usciti su Nazione Indiana, La poesia e lo spirito, Neobar, Bibbia d’asfalto, Poesia del nostro tempo, Gradiva, etc. Alcuni racconti su Quaerere, l’Incendario, Sguardindiretti. Origami è il suo primo romanzo edito Campanotto, 2021. Recensisce, collabora e intervista autori di poesia, narrativa e saggistica ed è una studiosa dell’opera di Nabokov. Edita, corregge, insegna, intervista, recensisce, scrive.
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