
A Etra ed Elelín. Le mie figlie.
Sono il cuore di ghiaccio del pianeta
la natura mi diede dinamica
movimento
io pulso vibro ho battito e avanzo
sono un atleta che danza saldato al petto roccioso della Terra
chiamatemi Ghiacciaio
sono un cuore fraterno.
Le montagne sono il teatro dove cresce il mio ritmo interiore
la mia invisibile cadenza
i miei passi in materia di meccanica eterna.
Come ogni cuore pieno di sentimento io sono generoso
ed effondo la mia linfa
– la mia acqua custodita sotto la pelle di ghiaccio –
a tutti i fiumi del mondo e i fiumi la portano a tutti i popoli.
Vinco contro la siccità
placo la sete di tutti gli esseri viventi
degli animali e delle forme microscopiche di vita
delle piante degli alberi e dei fili d’erba
dono refrigerio all’aria e torrenti ai pesci per nuotare
inumidisco il fiore su cui va a posarsi la grande farfalla dopo aver spalancato
le sue ali azzurre
irrigo i campi dove spuntano i frutti come lucenti ampolle
e bagno anche le vostre gole
umani
perché il mio abbraccio è vasto
i miei tizzoni freddi sono fiasche di freschezza
e fin quando sarò un cuore di ghiaccio
il cuore di ghiaccio del pianeta
un cuore integro
una coppa celeste
non mi risparmierò di farlo.
Cercherò di compiere il mio lavoro di ghiacciaio
– il mio compito di cuore appassionato sulla montagna –
come ho sempre fatto
da centinaia di secoli a questa parte.
Non voglio smettere prima
voglio andare fino in fondo.
Ma ora sul palmo mi spaventa questa paurosa ondata di calore.
Negli ultimi 150 anni il mio aspetto è di gran lunga mutato
il mio tessuto muscolare si sta sciogliendo
sono un cuore meno esteso oggi
un firmamento di cristalli che sta rimpicciolendo
le mie tracce indietreggiano di giorno in giorno
non mi protendo più verso valle come un organo elastico
la verità è che sto morendo.
Io sono la memoria della Terra
e una Terra senza memoria è come un essere sbandato
che va incontro a molti guai.
Sotto la mia apparente durezza
nella fluida intimità della mia essenza
conservo le ere e i passaggi fra le ere
la storia quasi eterna di questo mondo
la caduta delle stelle che portarono acqua dalla fonte del cosmo.
Provate ad ascoltare il mio palpito antico
la semenza d’astri fusa nel mio corpo
dico a voi
umani
soprattutto a voi
mettete un orecchio sul mio ghiaccio e ascoltate
è tempo di ascoltare:
qui dentro arde il ritmo inestinto dell’esistenza
e io vi chiedo di diventare i difensori di questo tempio
di questo cuore di ghiaccio
affinché il ritmo continui a montare
silenzioso e risonante
e perduri incastonato nel petto terrestre.