
Saperla lunga
Luglio 6, 2025Questo libro mi ha riconciliato con Woody Allen “scrittore umoristico”. Dopo aver faticato (e non poco) a trarre diletto dalle pagine di “Senza piume” e “Pura anarchia”, mi ero ripromesso di non acquistare mai più un libro di Woody Allen.
Tuttavia, come spesso accade ai lettori più curiosi e testardi, non ho tenuto fede ai miei propositi e, dopo essermi imbattuto al mercatino in una copia di “Saperla lunga” a 1 euro, mi sono precipitato ad accaparrarmela. Mai scelta fu più felice!
Con l’opera letteraria d’esordio (“Getting Even”) il feeling è scattato subito fin dalle prime pagine. Alcuni racconti mi hanno fatto veramente sbellicare: in “Viva Vargas!” (forse il più esilarante) ci vengono narrate le peripezie di un gruppo di scalcinati rivoluzionari alle prese con ostacoli superiori alla loro ottusità e codardia; in “Le liste di Metterling” il buon Woody seppellisce sotto quintali di sarcasmo le false pretese e la pomposità di certi critici letterari, storici dell’arte e psicologi (la voce narrante presume infatti di poter “spiegare” vita e opere di uno scrittore attraverso la semplice analisi delle liste di panni sporchi destinati alla lavanderia); in “Uno sguardo sulla malavita organizzata” e in “Le memorie di Schmeed” l’autore dà prova di saper scherzare persino sulla mafia e sull’Olocausto (pur conoscendo bene le peculiarità dell’umorismo yiddish, resto sempre sorpreso dalla capacità degli scrittori ebrei di affrontare con tanta levità e disincanto le tragedie del loro popolo).
Anche i racconti più “cerebrali” – filosofici e teologici) – mi hanno avvinto e incuriosito, a cominciare da “Mister Big”, nel quale un detective privato è chiamato a risolvere un caso di comparsa sui generis: la cliente che lo contatta vuole ritrovare – nientepopodimenoche! – Dio…
Per la prima volta, una sufficienza piena e meritatissima!