L’ESTATE CHE SCIOLSE OGNI COSA

L’ESTATE CHE SCIOLSE OGNI COSA

Agosto 15, 2022

Il 1984 fu un anno che seppe come farsi ricordare. La Apple lanciò il Macintosh per il mercato di massa, due astronauti passeggiarono tra le stelle, Marvin Gaye, che cantava quanto sia dolce essere amati, venne ucciso da suo padre con un proiettile dritto al cuore. Nel maggio di quell’anno un gruppo di scienziati annunciò di avere isolato e identificato un retrovirus che avrebbe preso il nome di HIV. Dichiararono l’HIV responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita. L’AIDS, come dicono gli incubi. Il 1984 fu un anno di notizie da prima pagina.
È così che comincia “l’estate che sciolse ogni cosa” prima di accompagnarci all’interno di una storia cruda.
Cruda perché i temi affrontati (razzismo, omosessualità, paura, qualsiasi forma essa prenda) sembrano tratte dai nostri giorni, sbattendoti in faccia quella che poi è l’unica verità: l’unica cosa che non ha progredito dal 1984 ad oggi è la nostra immensa ignoranza e paura nei confronti di quello che esce fuori dal nostro “ordinario”. Troviamo riflessioni, tra queste pagine che creano un solco dentro, ma
sono terribilmente attuali, storie come quella di George Floyd dovrebbero dirci qualcosa.
Il discorso tenuto dal padre, davanti alla giuria, fa male, per quanto ricordi le prime pagine dei giornali ai giorni nostri: “Da principio le sue idee caddero dalla sua bocca sterili e innocue come ossa senza vita ma poi, pian piano, si trasformarono nei dinosauri che avevano preceduto i fossili. A quelle ossa venne soffiata dentro nuova vitalità, nuova forma. E scopo. Lo scopo di orchestrare il panico attraverso un coro di paura. Paura di un ragazzo dalla pelle scura. Paura del diavolo nella pelle di un ragazzo. Greyson Elohim recitò nelle loro orecchie quella paura, paura, paura, paura, come uno stornello, costringendoli a deporre la propria ragione tra spine travestite da rose… stiamo parlando del 1984. L’anno in cui, disse George Orwell, saremmo stati convinti a credere che due più due fa cinque. La sua storia ci ha dimostrato che si può controllare la mente. Questa gente ha dimostrato che la realtà non è molto diversa.”
Un capolavoro assolutamente da leggere.

Hercules e “la forza del cuore”: Recensione film Disney

Hercules e “la forza del cuore”: Recensione film Disney

Agosto 14, 2022

Un capolavoro, nonostante molte inesattezze “storiche” e mitologiche (nomi di dei attribuiti in modo errato). La voce “fuori campo” della scena iniziale assolve all’importante funzione di prologo. Si vedono diverse statue greche di illustri eroi del mondo mitologico, e vengono invocate le…

“La bella e la bestia” e l’inganno delle apparenze: Recensione critica

“La bella e la bestia” e l’inganno delle apparenze: Recensione critica

Agosto 12, 2022

Parafrasando quello che viene detto nell’Introduzione del cartone “Disney”… Una musica perturbante, in tonalità minore, fa da sottofondo all’apparizione di un castello illuminato da una luce non del tutto rasserenante. La voce fuori campo inizia la narrazione affermando: “Tanto tempo fa, in…

Preludio a … del domani c’è certezza

Preludio a … del domani c’è certezza

Agosto 10, 2022

“Quelle conclusioni che per me rappresentano la fine di un percorso, durato troppi anni, e condizionato da troppe variabili che io, nostalgico, dalla memoria di ferro, ricordo tutte in ordine. O quasi”.

“Preludio a… del domani c’è certezza” , un racconto scritto proprio nel pieno lockdown del 2020, quando in tutta Italia regnava quel silenzio assordante. Un ragazzo della mia età racconta i suoi timori e le sue speranze per il futuro. Una narrazione di quattro momenti e attese importanti, come la chiusura del proprio percorso di studi, dopo tanto impegno e tanta attesa, l’arrendersi al dovere concludere davanti a un computer e lontano dalle persone con le quali avrebbe voluto condividerlo.
Un racconto che riguarda tutti quelli che stanno ancora guardando il futuro con positività dopo tre anni in sospensione.

LUCE D’ESTATE ed è subito notte

LUCE D’ESTATE ed è subito notte

Agosto 5, 2022

“A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande, a volte la lontananza del rumore del mondo ci apre al richiamo del cuore, dei sensi, dei sogni.” È questo sentire intenso che esplode nelle vite di un paesino di quattrocento anime della campagna islandese dove le giornate infinite dell’estate e le notti eterne dell’inverno influenzano queste vite.
La storia inizia dal direttore del Maglificio, che per decifrare una frase che ha visto in sogno viene conquistato dal latino e dall’astronomia fino a lasciare tutto quello che faceva parte della sua vita per scoprire i segreti dell’universo. La postina, curiosa delle vite e storie altrui che legge ogni lettera per poi renderle note a tutti. L’avvocato che “crede che il mondo si regge sul calcolo ma poi scopre che non può contare i pesci nel mare né le sue lacrime”.
Ogni percorso dell’animo umano pare trovare posto in un insieme di storie che va dai sentimenti più torbidi a quelli più puri.
Stefànsoon cerca una risposta alla domanda più gettonata dal genere umano: perché viviamo?
In un caldo torrido come quello che stiamo vivendo in questi giorni, immergermi nella realtà islandese è stato “rinfrescante”.
Un ritmo lento, malinconico ma che ti attrae e trasporta in quel paesino. Non mi capitava da un po’ di leggere con la matita in mano. Stefansson nasce come poeta, e da alcune riflessioni che si trovano nel libro, questo suo lato poetico esce completamente.

INTERVISTA A MARCELLA FORANNA: mezzosoprano, cantante jazz e attrice

INTERVISTA A MARCELLA FORANNA: mezzosoprano, cantante jazz e attrice

Agosto 5, 2022

– Come giustifichi, in seno alla tua arte, la coesistenza tra più generi musicali? Parecchi anni fa, era più difficile connettere diversi generi musicali. In seguito, ho compreso che è una grande ricchezza. La parte interpretativa, per chi canta o recita, ha…

INTERVISTA A ROBERTO CARACCI, LETTERATO E FILOSOFO: Il romanzo “Le crepe del Paradiso”

INTERVISTA A ROBERTO CARACCI, LETTERATO E FILOSOFO: Il romanzo “Le crepe del Paradiso”

Agosto 1, 2022

Parlaci del tuo ultimo romanzo, “Le crepe del Paradiso”. Quando e in quali circostanze ti è venuta in mente l’idea di concepire questo scritto? La mia opera letteraria è legata a particolari tematiche esistenziali: vita, tempo, essere, fine e senso. Dopo circa una…

LA PICCOLA CONFORMISTA

LA PICCOLA CONFORMISTA

Luglio 31, 2022

“Sono nata da destra, in una famiglia di sinistra […], il giorno di Natale per la disperazione di quell’atea di mia madre – che non mi aspettava così presto – e di quell’ebreo di mio padre.”

La piccola conformista, La petite conformiste in originale, è affidata alla voce narrante della protagonista, Esther Dahan, la quale racconta le vicende della sua famiglia in modo tagliente, comico e senza filtri. Esther è una bambina che si sente “di destra” trovandosi a crescere in una famiglia di sinistra negli anni Settanta a Marsiglia.
Sogna l’ordine, il rispetto delle regole, una vita inquadrata e Cattolica, addirittura da spingerla a volere il battesimo.
Esther racconta di sua madre Elisabeth, anticapitalista, preoccupata per questa bambina così conservatrice, che da quando aveva 15 giorni si addormenta alle otto in punto, che ha sempre rifiutato le discoteche dove vanno i genitori, i pantaloni a zampa d’elefante e non rompe mai nulla, così preoccupata dal volerla portare da uno psichiatra infantile; Esther racconta del padre, Patrick, un personaggio strano, tanto da far prendere in considerazione alla figlia il parricidio. Un uomo ossessivo, con le sue liste delle cose da fare declamate a versi, la mania per l’ordine e la pulizia , la costante paura di nuovi rastrellamenti nazisti degli ebrei e l’ipocondria che lo porta a inscenare continuamente la propria morte.
Una saga familiare che pare divertente, ma con un retro gusto amaro.
Di questo romanzo mi ha incuriosito fin da subito il titolo, e poi la trama mi ha fatto riflettere su quanti ragazzi della mia generazione sono cresciuti sviluppando dentro di se convinzioni esattamente opposte a quelle della famiglia originaria pur di prenderne le distanze, e che probabilmente io in qualche modo sono uno di questi. Mi è piaciuto molto anche il modo di raccontare, scorrevole e ironico, ma che fa percepire subito il disagio che si cela dietro queste ossessioni e manie.

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