Legami feroci

Legami feroci

Febbraio 7, 2022

“Ho vissuto in quel condominio dai sei ai ventun anni. C’erano appartamenti, quattro per piano, e me lo ricordo come un edificio pieno di donne. Degli uomini quasi non ho memoria. Ce n’erano tantissimi, ovvio- mariti, padri, fratelli- ma io mi ricordo solo delle donne. Me le ricordo tutte sboccate come Mrs. Drucker o fiere come mia madre.”

«Fierce attachments» di Vivian Gornick (in Italia «Legami feroci») pubblicato per la prima volta nel 1987, ha sempre portato il sottotitolo “memoir” che invece ha perso nella traduzione italiana. Due donne camminano per le strade di New York, due donne come tante, una madre e una figlia che ricordano il passato e inevitabilmente si scontrano. La figlia è lei, Vivian Gornick, la scrittrice, la quale ripercorre la sua vita segnata dalle continue lotte per l’indipendenza dalla madre, quella che le cammina accanto, intelligente anche se non istruita, e nonostante sia prigioniera della perdita prematura del marito, rimane determinata nel voler affermare il suo ruolo di leader non solo in famiglia, ma anche nella comunità in cui hanno vissuto per anni.
La storia di un’emancipazione, lunga una vita, un’emancipazione sia da una madre ingombrante, sia da una società patriarcale.
Un capolavoro non da poco.
Legami feroci, come è feroce la vita, così feroce anche la scrittura di Vivian Gornick.

Assegnato il sedicesimo premio letterario Nabokov. Premi a Giuliana Sgrena, Piera Carlomagno, Francesca Romana Mormile, Annarita Briganti

Febbraio 6, 2022

Si è tenuta presso il Teatro comunale di Novoli (Lecce) la sedicesima edizione del Premio letterario Internazionale Nabokov diretto da Piergiorgio Leaci e Andrea Giannasi. L’evento patrocinato dall’amministrazione comunale di Novoli ha visto la partecipazione di scrittrici e scrittori provenienti da tutta…

Lo storico e il testimone

Lo storico e il testimone

Febbraio 4, 2022

LA MESCHINITÀ

La meschinità è uno dei nostri atteggiamenti morali dominanti.
In questo bel libro del grande storico Browning si racconta come i polacchi a cui erano stati affidati i beni dei loro concittadini ebrei, quando questi sono stati trasferiti dai campi di lavoro a quelli di sterminio, se ne sono appropriati, convinti che fossero morti. Ma un numero significativo tornarono e allora alcuni gruppi anti comunisti della guerra civile che allora infuriava in Polonia, con varie motivazioni ideologiche, cattoliche, identitarie ecc., ma anche con l’intento di preservare le proprietà rubate, uccisero anche donne e bambini, tornati dai campi.
Si è meschini quando si fa del male agli altri consapevolmente, vergognandosi, convinti di fare il bene del proprio gruppo, con l’approvazione dei nostri.

IL “DOPPIO SEGRETO” NELLA LETTERATURA INGLESE DEL XIX SECOLO

Febbraio 2, 2022

IL ”DOPPIO SEGRETO” NELLA LETTERATURA INGLESE DEL XIX SECOLO “I am the chief of sinners, I am the chief of sufferers also.” (Sono il capo dei peccatori, sono anche il capo dei sofferenti) Da: Dr. Jekyll and Mr. Hyde Il Doppelgänger nell’epoca…

LA MITE di Fedor Dostoevskij

LA MITE di Fedor Dostoevskij

Gennaio 31, 2022

“Dicono che il sole ravviva l’universo. Il sole si leverà e- guardatelo, non è forse un cadavere? Tutto è morto, è dappertutto cadaveri. Soltanto uomini, è intorno a loro il silenzio- questa è la terra! “Uomini, amatevi l’un l’altro” – chi è stato a dirlo? Di chi è questo precetto? È il pendolo batte, insensibile, odioso. Le due di notte. Le sue scarpine stanno accanto al letto, sembra che la aspettino…No, sul serio, che sarà di me quando domani la porteranno via?”

Un uomo di quarantuno anni, ex capitano cacciato da un illustre reggimento con l’accusa di viltà e ora titolare di un banco di pegni, non è un giusto, ma nemmeno un criminale. Ha rabbia, quella che prova l’individuo rifiutato dalla società. Si è innamorato e sposato la Mite, torturandola poi con il silenzio, un silenzio severo. Tutto il libro è un monologo di lui, cercando di capire perché lei si è tolta la vita.
Dostoevskij, un maestro come sempre nel dipingere la psicologia del protagonista, e facendo sentire il lettore come un pubblico che assiste al suo delirio. Leggere Dostoevskij per me è sempre un viaggio assurdo dentro la psiche umana. Un genio di altri tempi.

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