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Raramente rileggo all’infinito un libro. Al contrario, riguardo all’infinito sempre le stesse serie perché ci sono troppo affezionato e nessuna riesce a prendermi tanto quanto quelle.
A volte leggo di gente che non apprezza Shirley Jackson perché le aspettative sono troppo alte e risulta banale, il che è esattamente vero perché nel panorama horror lei è assolutamente fuori dal coro. In ‘The haunting of hill house’ non ci sono fantasmi, o quantomeno non ce ne sono tanti quanti quelli che popolano l’anima della protagonista. Nei libri di Jackson viene rappresentata la follia, l’insensatezza e l’ossessione, tanto che spesso a fine dei suoi libri o dei suoi racconti mi sono chiesto: ‘beh che c’era di strano?’ Per poi rendermi conto che anche io ero entrato nella testa di Nell o di Merrycat di ‘Abbiamo sempre vissuto nel castello’ tanto da non rendermi conto della loro perdita di sanità mentale man mano che scorrevano le pagine.
D’altra parte leggo anche commenti di lettori che non vogliono vedere la serie perchè molto lontana dal libro. Male. È la serie che più mi porto nel cuore e ora sto facendo il quarto o quinto rewatch, perché anche io forse come i personaggi di Shirley Jackson sono ossessivo. Anzi, senza forse.
Il fatto è che ci sono rimandi minuscoli al libro, ma ci sono ed è bello trovarli, ma soprattutto i personaggi sono talmente ben delineati che è impossibile affezionarsi subito. Inoltre, e qui capisco perché sento un legame speciale, la Nell del libro è qui una Nell un po’ più disturbata, e soffre di paralisi nel sonno e allucinazioni notturne (o forse no, ma non è questo il punto). Il punto è che io ne soffro da anni e non mi era mai capitato di trovare questi disturbi in un prodotto televisivo, quindi non posso che essere estremamente grato a Mike Flanagan di aver inserito questo dettaglio all’interno di una trama si, stravolta, ma secondo me perfettamente in stile Jackson. Poi mi spiace quando qualcuno la snobba perché è una serie tv horror. Sì, ma se inizi con qualche spavento dopo due o tre episodi ti ritrovi a piangere e alla fine della stagione sei assolutamente inconsolabile. Ecco perché poi anche tu, ad Hill House, ci ritorni.

News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori. Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada. Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”. Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese. Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio. Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale. Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC). Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario. Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia". Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019). Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelBooks, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023. Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri. Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne.
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