Tutti i racconti – Vol. 2

Tutti i racconti – Vol. 2

Luglio 15, 2025

Premessa: sono allergico ai libri di guerra e tutto ciò che rimanda al mondo militare mi suscita repulsione (con buona pace del generale Vannacci e dei cultori della X Mas e di quel folle sanguinario di Junio Valerio Borghese).
Ambrose Bierce, tuttavia, è talmente bravo e geniale da avermi indotto a leggere la sua opera a me più ostica: i “Racconti di guerra” appunto.
Le mie impressioni? Be’, francamente pensavo peggio. Malgrado lo scarso appeal della materia narrata (pagine e pagine su atti di presunto eroismo, interminabili dissertazioni su strategie militari, aggressioni e ritirate, con soporiferi riferimenti ai vari gradi dei soldati e relativi rapporti gerarchici), dicevo, malgrado la mia idiosincrasia verso la materia, ho trovato comunque alcuni spunti interessanti.
Innanzitutto la piacevole cupezza delle storie, che ben si accorda alla mia visione pessimistica e sconsolata dell’esistenza umana.
In secondo luogo lo stile secco e formalmente ineccepibile – ogni parola, una pallottola – di cui l’eccentrico scrittore americano si è servito per ricreare bozzetti di vita militare e di campo: poche sapienti pennellate che colgono appieno l’insensatezza della guerra, l’ottusità dilagante dei superiori e il forzato servilismo dei sottoposti costretti a eseguire ordini spesso stupidi e dannosi.
Infine, qualche colpo di scena degno di nota – il finale del racconto d’apertura è spettacolare! – che riscatta in parte i tanti passaggi descrittivi e la monotonia delle schermaglie fra eserciti contrapposti.
Se i racconti weird di Bierce sono stati capaci di sedurmi e incantarmi (vi consiglio caldamente “Tutti i racconti. Vol.1”) quelli di guerra mi hanno a tratti annoiato, ma senza lasciarmi del tutto indifferente e deluso.

Saperla lunga

Saperla lunga

Luglio 6, 2025

Questo libro mi ha riconciliato con Woody Allen “scrittore umoristico”. Dopo aver faticato (e non poco) a trarre diletto dalle pagine di “Senza piume” e “Pura anarchia”, mi ero ripromesso di non acquistare mai più un libro di Woody Allen.
Tuttavia, come spesso accade ai lettori più curiosi e testardi, non ho tenuto fede ai miei propositi e, dopo essermi imbattuto al mercatino in una copia di “Saperla lunga” a 1 euro, mi sono precipitato ad accaparrarmela. Mai scelta fu più felice!
Con l’opera letteraria d’esordio (“Getting Even”) il feeling è scattato subito fin dalle prime pagine. Alcuni racconti mi hanno fatto veramente sbellicare: in “Viva Vargas!” (forse il più esilarante) ci vengono narrate le peripezie di un gruppo di scalcinati rivoluzionari alle prese con ostacoli superiori alla loro ottusità e codardia; in “Le liste di Metterling” il buon Woody seppellisce sotto quintali di sarcasmo le false pretese e la pomposità di certi critici letterari, storici dell’arte e psicologi (la voce narrante presume infatti di poter “spiegare” vita e opere di uno scrittore attraverso la semplice analisi delle liste di panni sporchi destinati alla lavanderia); in “Uno sguardo sulla malavita organizzata” e in “Le memorie di Schmeed” l’autore dà prova di saper scherzare persino sulla mafia e sull’Olocausto (pur conoscendo bene le peculiarità dell’umorismo yiddish, resto sempre sorpreso dalla capacità degli scrittori ebrei di affrontare con tanta levità e disincanto le tragedie del loro popolo).
Anche i racconti più “cerebrali” – filosofici e teologici) – mi hanno avvinto e incuriosito, a cominciare da “Mister Big”, nel quale un detective privato è chiamato a risolvere un caso di comparsa sui generis: la cliente che lo contatta vuole ritrovare – nientepopodimenoche! – Dio…

Per la prima volta, una sufficienza piena e meritatissima!

“L’opera ripida” di Antonio Nepita: la poesia come ascesa e commiato

“L’opera ripida” di Antonio Nepita: la poesia come ascesa e commiato

Giugno 29, 2025

Con L’opera ripida, Antonio Nepita, pittore e poeta calabrese trapiantato in Liguria, ha vinto il Premio Internazionale Nabokov 2024 per la poesia edita, offrendo al lettore un libro di stratificata densità lirica, articolato in cinque sezioni (L’alta luce, La bella luce, Luce…

Lo Spezzacuori

Lo Spezzacuori

Giugno 28, 2025

Confesso di trovare sommamente piacevoli e divertenti la sue storie.
“Lo spezzacuori” si situa a metà tra un romanzo e una raccolta di racconti con cornice. Il protagonista – autore di bestseller e tombeur de femme – viene mandato (su insistenza della sua casa editrice) da uno psicologo: la scarsa disciplina, l’eccentricità e il poco rispetto per le scadenze esasperano da anni editor, addetti stampa e responsabili marketing.
Così, in ogni capitolo, ci vengono forniti particolari comici e piccanti sulla vita burrascosa del romanziere Blake Avery: dal primo bacio alla prima dichiarazione d’amore, dalle tecniche di seduzione usate per conquistare cuori femminili al fallimento dei due matrimoni.
I siparietti con lo psicologo sono arguti e, a tratti, esilaranti. La narrazione è vivace e briosa. La scrittura è meno basica e sciatta di quanto ci si aspetterebbe da un’autrice di romance che sforna bestseller in quantità industriale.
Per quanto lontana migliaia di chilometri dalla mia comfort zone letteraria, la Kingsley si merita senz’altro parole di elogio e un bel voto.

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