Nelle profondità della notte, mentre il respiro si fa lento e il cuore sussurra nelle ombre, le parole di Yuleisy Cruz Lezcano danzano come fiamme sfuggenti, scolpite nell’ardore di una realtà avvolta dal mistero. Queste poesie, immerse nell’incendio della vita vissuta e dei segreti celati nell’anima umana, ci parlano di tragedia e speranza, di violenza e resistenza, di bellezza e crudeltà. Con uno stile che evoca le sfumature dell’anima, queste liriche ci avvolgono come un abbraccio caldo, ci toccano nel profondo e ci spingono a guardare oltre le apparenze, oltre le maschere che indossiamo per nascondere il nostro dolore e le nostre paure.
Così attraversiamone alcune, come un percorso intimo di riscoperta e riscatto. “Accumulo di Immagini”, ci getta nel turbine di emozioni di un’anziana che affronta le ombre della notte, non solo quelle tangibili, ma anche quelle che si celano. Attraverso immagini nitide e taglienti come lame, l’autrice dipinge il ritratto di una Milano notturna, un luogo dove la fragilità e il dolore si accumulano come frammenti di un puzzle spezzato. La storia di un’anziana derubata e violentata diviene il fulcro di questa poesia, un evento tragico che squarcia il velo dell’ignoranza e ci costringe a confrontarci con la nostra stessa umanità. Il peso della coscienza, la paura dell’oblio e la ricerca di perdono si intrecciano in un mosaico di emozioni contrastanti, trasformando la poesia in un’ode alla resilienza e alla speranza.
In “Cento cani su una gatta”, siamo nell’inferno umano, dove la violenza e la brutalità si riversano come un fiume in piena. Attraverso istantanee vivide e viscerali, l’autrice ci trasporta in una realtà dove il male regna sovrano e la vittima diviene preda facile per gli aguzzini senza scrupoli. La voce soffocata di una donna violentata si alza come un grido nella notte, implorando pietà e compassione in un mondo che sembra essersi abbandonato all’indifferenza e alla crudeltà. La poesia si trasforma così in un atto di denuncia e di resistenza, un grido d’allarme che squarcia il silenzio complice della società e ci spinge a riconsiderare il nostro ruolo di spettatori passivi di fronte all’ingiustizia e alla violenza.
“Incubo” è un lancio nel vortice dell’orrore e del tormento, dove il male si insinua come un serpente nell’oscurità e la vittima diviene prigioniera del proprio incubo. Con immagini cupe e sinistre, l’autrice ci trasporta in un luogo dove la speranza sembra aver perso ogni significato e la sofferenza diviene compagna di viaggio nella notte infinita. La lotta per la sopravvivenza è un’odissea senza fine, dove ogni passo è un supplizio e ogni respiro è un grido soffocato nell’abisso del dolore.
Eppure, anche in mezzo alle tenebre più fitte, c’è una luce che brilla, un barlume di speranza che ci spinge a lottare fino all’ultimo respiro, a non arrenderci mai di fronte all’oscurità che ci circonda. Nell’ombra di questo nostro mondo frastagliato dalle urla e dalle cicatrici dell’abbandono, le parole di Yuleisy si ergono come fiamme di speranza nell’oblio. Con un linguaggio vibrante e passionale, l’autrice ci conduce attraverso un viaggio nell’intimità dell’animo umano, esplorando i recessi più oscuri della sofferenza e della rinascita.
“Braccia che scivolano”, ci trasporta in un mondo sospeso tra il dispiacere e la perdita, dove le immagini si confondono e le voci si mescolano in un coro di disperazione. L’autrice dipinge il ritratto di una donna vulnerabile, intrappolata in una spirale di autodistruzione e disperazione. Le braccia che scivolano, i braccialetti che tintinnano, la sedia che cede sotto il peso del corpo: ogni immagine evoca un senso di fragilità e vulnerabilità, un senso di impotenza di fronte alla violenza e all’ingiustizia del mondo. Eppure Yuleisy ci esorta a lottare fino all’ultimo respiro, a non arrenderci mai di fronte all’oscurità che ci circonda. “Punto Assente”, è silenzio e sconforto, il punto dove il male si insinua come un serpente nell’oscurità e la vittima diviene preda facile per gli aguzzini senza scrupoli. La lotta per la vita è una traversia senza fine e ogni respiro è un grido soffocato.
“Inanità”, ci invita a riflettere sulla fugacità della vita e sulla fragilità dell’esistenza umana. Qui la morte diviene un’ombra che si insinua tra i nostri sogni e le nostre speranze, portandoci verso le tenebre. “Gioco Pericoloso”, tratta della natura ambigua dell’amore e del desiderio, delle sfumature sottili che separano la passione dalla violenza. L’amore diviene un gioco pericoloso, un’attrazione fatale che ci trascina giù.
“Sotto la Pelle batte un cuore”, un percorso nella vulnerabilità umana, esplorando la dualità dell’essere e la lotta interiore che ogni individuo affronta. Il ritratto di un’anima tormentata, divisa tra il desiderio di fuggire e il bisogno di confrontarsi con la propria realtà. Il cuore che batte sotto la pelle diviene metafora della nostra umanità, pulsante e viva nonostante le ferite e le delusioni.
“Dal corpo disertato”, ci troviamo in un mondo di desolazione e disperazione, dove la tristezza avvolge l’anima come un velo di nebbia. Il corpo disertato diviene metafora della nostra fragilità e della nostra vulnerabilità di fronte alle sfide della vita. E comunque mai arrendersi.
“Una nuova favola”, la rinascita attraverso le lenti della fantasia e della creatività in un mondo di meraviglia e incanto, dove i confini della realtà si sfumano e i sogni diventano realtà. La nuova favola diviene metafora della nostra capacità di reinventarci e di riscrivere il nostro destino, nonostante le avversità e le delusioni che incontriamo lungo il cammino.
“Il nido della rondine”, ci trasporta nella bellezza e nel dolore, dove la fragilità della vita si scontra con la crudele realtà routinaria. Il tema dell’effimero e della trasformazione, attraverso la metafora del nido della rondine che cade e si disintegra, simbolo della nostra vulnerabilità di fronte al tempo e alla morte, mentre la rondine rappresenta la nostra capacità di adattamento e di sopravvivenza.
“Sei un altro”, è la riflessione sulla natura mutevole dell’identità e della percezione di sé dove il tema della trasformazione diviene centrale, mentre l’incertezza e il dubbio permeano ogni verso, nel ricercare della verità dentro di noi e a riscoprire la nostra vera identità.
“Urlo rosso”, è ribellione e rabbia, quando il dolore diviene fonte di forza e di rinascita. L’urlo rosso è il simbolo della nostra capacità di resistere e di lottare contro le ingiustizie e le oppressioni che ci circondano.
“Ai margini della vita”, il tema dell’alienazione e della solitudine, attraverso la lente dell’osservatore disincantato in cui la vita sembra priva di significato e di valore. Il tema della perdita di senso diviene centrale, mentre l’incertezza e il dubbio permeano ogni verso.
“Sorella, abbiamo vissuto insieme”, ci getta nel cuore della connessione umana e della condivisione di esperienze intense. Due anime si sostengono reciprocamente attraverso i momenti più bui della vita. L’autrice dipinge un ritratto toccante della forza che nasce dalla solidarietà e dalla comprensione reciproca. La sensazione di essere “compagne d’abisso” evoca un legame profondo che va oltre le parole, un’intimità che solo chi ha condiviso le stesse battaglie può veramente comprendere.
Così, nel cuore di questa mia notte carica di emozioni, giunge il momento di concludere il mio viaggio attraverso le poesie di Yuleisy Cruz Lezcano. È stato un pellegrinaggio nell’anima, un’immersione profonda nei recessi più oscuri e nei rifugi più luminosi dell’essere umano. Attraverso il potere delle sue parole, ho navigato tra le onde tumultuose della sofferenza e le vette maestose della speranza, ho solcato gli abissi dell’amore e le foreste oscure della disperazione. In questa odissea poetica, ho camminato lungo sentieri tortuosi e scoscesi, ma anche lungo strade illuminate dalla luce della comprensione e della compassione.
Lascio a voi il resto del percorso, cari compagni di viaggio, perché il viaggio dell’anima è un cammino personale, un itinerario unico e irripetibile per ciascuno di noi. Che queste poesie continuino ad accompagnarvi nei momenti di gioia e di tristezza, di luce e di oscurità. Che possano essere una guida preziosa nei momenti di smarrimento e una fonte inesauribile di ispirazione e di conforto quando il peso del mondo sembra troppo grande da sopportare. Che possano essere, semplicemente, un dono prezioso che custodirete gelosamente nel santuario del vostro essere. Che il viaggio continui, che la poesia viva per sempre nei vostri cuori.
Piergiorgio Leaci