
MORTE DI UN CONFIDENTE
Maggio 13, 2025La migliore opera di Massimo Carlotto? Nessun dubbio: “L’oscura immensità della morte”. Un romanzo di rara intensità che ha la capacità di inchiodare il lettore alle pagine come raramente sanno fare i narratori italiani (così impegnati a veicolare messaggi o a giocare con le componenti stilistiche e linguistiche da trascurare la trama e sottovalutare la “suspense”, vista spesso come un trucchetto di bassa lega per assicurarsi le simpatie e l’attenzione dei lettori).
“L’oscura immensità della morte” è quel tipo di romanzo che ti fa dimenticare le incombenze domestiche e le vicende prosaiche della quotidianità… e che s’impone alla tua attenzione fino all’ultima pagina: impossibile interromperlo senza sapere quale sarà lo scioglimento finale del dramma narrato!
Purtroppo nessuna delle altre opere di Carlotto mi ha trasmesso la stessa scarica elettrica; né i romanzi costruiti sulla figura dell’Alligatore, né il racconto “Morte di un confidente” che ho letto ieri sera con emozioni contrastanti. Pur apprezzando la scrittura nerissima di questo autore – che ho avuto la fortuna di conoscere e intervistare qualche anno fa – ho una tale avversione per le storie legate al mondo della criminalità organizzata e del traffico di sostanze stupefacenti che mi è stato davvero difficile ricavare piacere dall’indagine dell’ispettore Campagna.
Ben scritto, ottimamente congegnato, ma non adatto a me.