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Sono andati via, a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Due uomini diversi, tanto nello stile e nel genere narrativo, quanto nei percorsi di carriera e di vita. Eppure molto simili, almeno nel mio immaginario di lettrice. Ammetto di aver conosciuto Andrea Camilleri attraverso le avventure televisive del Commissario Montalbano e di essermi approcciata ai suoi libri in un secondo momento, restandone “affatata”, come scriverebbe lui. Luciano De Crescenzo, invece, è un “amico” di vecchia data e con cui fu amore a “prima lettura”. Entrambi utilizzavano l’ironia con grande perizia, cesellando personaggi straordinari e memorabili, attraverso i quali mettevano in luce vizi e virtù di due popoli, il siciliano e il napoletano. E proprio l’ironia e, soprattutto l’autoironia, sono gli ingredienti che stuzzicavano la mia fantasia, perché anche io ne ho sempre fatto uso. Spesso, mi hanno chiesto se avessi uno scrittore di riferimento, e la mia risposta è sempre stata «No». La mia fame di tuffarmi in storie scritte, mi ha portato a leggere talmente tanti libri, autori e generi differenti da non legarmi a nessuno in particolare. E, il mio desiderio di scrittrice, è quello di riuscire a sviluppare uno stile tutto mio, riconoscibile e apprezzato. Di questo ero certa fino a pochi giorni fa poi, nel momento in cui sono venuta a sapere della morte di Luciano De Crescenzo, accomunata a quella di Andrea Camilleri, ho realizzato quanto questi due uomini del Sud si assomigliassero e quanto mi piacerebbe maneggiare l’ironia con la medesima abilità. Comunque sia, hanno lasciato un grande vuoto, dentro di me.

Mi piace immaginarli seduti sulla verandina di Vigata, con davanti una macchinetta del caffè e un vassoio di cannoli giganti, a scambiarsi ricette e a filosofeggiare sugli argomenti più disparati. Andrea Camilleri, con la sua voce arrochita dall’età e dal fumo e Luciano De Crescenzo, con quegli occhi azzurri e il sorrisino di chi la sa lunga. Panta rei, amici indimenticabili. Tutto scorre… anche la vita.

News Reporter
Casertana di nascita, napoletana di adozione, italiana per vocazione. Irrequieta e curiosa, la fantasia è la mia più fedele alleata; il Vesuvio e il mare sono le mie irrinunciabili fonti d'ispirazione. Cerco sempre di assaporare fino in fondo i momenti belli che la vita mi dona e lo faccio con tutti e cinque i sensi. Poi traspongo queste sensazioni nelle mie storie. Scrivo perché non posso farne a meno. Le mie pubblicazioni: "Mosaico" (2016) raccolta di racconti; "Io ti prenderò!" - racconto (2017) Antologia Criminale 2017; "Echi da un destino sospeso" (2018) - romanzo; "Ho visto una donna" - racconto (2019) Antologia Una storia per ogni giorno
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