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Il libro racconta la storia di una donna e che donna, quella de “La contessa di Salasco”, Maria Luisa Alessandra Flavia Canera eroina del Risorgimento italiano , sconosciuta al grande pubblico, nata a Torino nel 1830. La sua vita è stata ricca di avvenimenti, circondata da personaggi importanti quali  Cavour, che lei chiamerà fittiziamente  zio, Geoge Sand, Garibaldi, solo per fare alcuni nomi;  partecipò in prima persona alla Cinque Giornate di Milano, la troveremo dietro le barricate e alla spedizione dei Mille.

Era una donna moderna sia per quel che riguardava il fisico, tonico e corroborato dalle lunghe cavalcate sia per lo spiccato anticonformismo. Il suo carattere si forgiò nella primissima età con l’educazione demandata a governanti e tutori, ignorata dai genitori che avrebbero preferito un maschio. Il padre, il conte Carlo di Salasco, luogotenente del re Carlo Alberto, alla sua nascita dirà “Puah, una femmina! Solo grattacapi!”, senza immaginare di quale portata sarebbero stati.

Sarà questa mancanza di affetto a spingerla a giocare con le spade, ad aborrire le bambole e le crinoline, a cavalcare in arcione, uno scandalo per quei tempi, a conoscere tutto dell’arte della guerra e a decidere che se mai si sposerà lo farò solo per amore.

Il suo matrimonio con il conte Enrico Martini Giovio della Torre sarà ricco di passione ma, ahimè, di breve durata; la loro unione sarà annullata dopo soli tre anni.

Se un amore profondo e sincero scalderà il cuore della bella contessa  sarà quello per il generale Giuseppe Garibaldi di cui, dopo esserne stata l’amante, ne diverrà la confidente , come dimostra un carteggio fra i due.

Le sue passioni non saranno frenate dalla moralità del tempo, i suoi impulsi liberi come la sua sessualità. Tutto ciò lo pagherà amaramente finendo la sua lunga vita nell’oblio; infatti, morirà nel 1913 in Svizzera,consolata dai suoi amati animali.

Nel libro la storia della contessa viene ricostruita  da una giovane donna che, cercando oggetti da vendere nei  mercatini , si imbatte nella corrispondenza e nei diari della nobildonna. L’intervento di questa voce attualizza il racconto facendo si che siano inserite alcune bizzarrie dei nostri giorni. Poi non dimentichiamo gli aneddoti e le curiosità dell’epoca che arricchiscono il libro, frutto di ricerche e studi. Ricordiamo una su tutte: la nascita a tavolino, davanti a un Notaio, del vino Barolo.

Continuando a leggere possiamo renderci conto di quanta strada abbia fatto la donna dall’800 fino ad ora, ma quanta ancora debba farne.  Ci perdiamo, quindi, nella narrazione di questa storia intrigante e ricca di colpi di scena che si apre con un gatto nero e una camicia rossa e si chiude con un gatto nero e l’inno garibaldino.Buona lettura!

Giuseppina Mellace

News Reporter
docente di lettere in pensione con la passione per la storia "dimenticata"
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