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Abbiamo chiesto a Sabatina di dirci qualcosa del suo nuovo libro, un romanzo dal titolo Origami. Di cosa parla il romanzo? Chi è Olga?

Olga è una bambina che resta presto orfana di entrambi i genitori, così viene cresciuta dai nonni bibliotecari. Nella grossa villa dove vivevano i genitori di Olga e i nonni, la bambina passa la sua infanzia e adolescenza, da quando comincia a leggere frequenta la biblioteca di Itaque gestita dai nonni. Alla morte dei genitori Olga resta da sola, ma il nonno le dice che scrivendo dei sogni su dei fogli di origami si sarebbero poi avverati. La bambina cresce col sapore della cultura e della letteratura, ama soprattutto i libri, più di ogni altra cosa.

Quali sono i tuoi riferimenti per la narrativa?

Ho molti riferimenti per la narrativa e ho citato anche tre scrittori all’inizio di Origami (Lahiri, Atwood, Murakami). Se dovessi dirti dei titoli direi “L’amante di lady Chatterley” di Lawrence, la Woolf con “Al faro”, Bevilacqua “Una città in amore” (ma in generale tutta la sua produzione), Austen “Orgoglio e pregiudizio”, Hesse “Il gioco delle perle di vetro”, Eco “Il cimitero di Praga”, Vittorini “Conversazione in Sicilia”, Nabokov “Lolita”, “Ada”, Calvino “Il castello dei destini incrociati”, Murakami (tutta la produzione) e Baricco (tutta la produzione).

Per il teatro penso a Ibsen “Casa di bambola”, Shakespeare “Otello” (e in generale tutta la produzione), Ionesco “Il rinoceronte”. Il discorso è molto lungo non si esaudirebbe in un saggio di trenta pagine.

Come hai scritto il romanzo? È stato lo stesso procedimento della poesia?

La poesia procede per lampi di illuminazione mentre il romanzo prende in carico il vissuto. Avevo già una idea di plot che mi balenava, ma ho riconsiderato delle mie sensazioni stratificate che ho poi regalato ad ogni personaggio. Come ho già scritto senza letture critiche è impossibile pensare all’architettura di un romanzo, riporto quanto ho già detto:  Chiaramente senza aver passato degli anni a studiare la critica, i siti militanti e non mi sarebbe stato impensabile poter scrivere un romanzo o illudermi del fatto che il romanzo si possa scrivere esercitando come “un talento naturale”. Sono dell’opinione che il romanzo, che un romanzo si scriva per il piacere di farlo, ma soprattutto quando si è maturi per farlo. Non è una prova un romanzo, ma una questione abbastanza seria. Per questo senza aver approcciato allo studio dei critici come Mazzoni, Gianluigi Simonetti, Kermode, Giglioli, Rueff, Orlando o senza aver letto saggisti come Calasso e scrittrici come Lahiri, Atwood, Mazzucco, Maria Grazia Calandrone mi sarebbe stato impensabile potermi mettere a scrivere con senno. Senza questi attraversamenti è improbabile mettersi a scrivere un romanzo sensato.

Alla base del progetto, che nella stesura segue la tecnica (il flusso libero nabokoviano), esiste la teoria. Oggi vanno molto i romanzi di cronaca perché sono “strategici”, richiesti dal mercato e anche dalla cinematografia. Io ho voluto non forzare la mia ispirazione e scrivere di una storia che mi premeva dentro, quella dei Miso per condividere col pubblico la grammatica della loro esistenza. Per descrivere le loro vite e per portare al pubblico la loro storia dovevo usare la forma del romanzo perché in poesia è impossibile riprodurre un mondo, ed è impossibile riprodurre una rete di rapporti sociali quali quelle che si sviluppano in un contesto storico. Origami resta un romanzo dai grandi temi che da sempre ho voluto affrontare e non so se è opportuno già parlare ora perché questa intervista è tra le prime che rilascio, mi piace che i lettori siano curiosi. I conflitti di Olga sono conflitti cosmici, così come il destino dei personaggi finisce col diventare straordinario. I Miso vivono in una dipendenza continua ma ognuno di loro è combattuto nelle scelte. Olga è il personaggio che rappresenta lo straniamento dell’individuo dell’epoca moderna, degli anni Zero. È coerente col suo lavoro, con la sua vita e identità ma allo stesso tempo è separata dai suoi pesi, dalle sue responsabilità, dalle sue mancanze e debolezze.

Come ogni romanzo anche Origami è il tentativo della ricerca di una felicità. E come per ogni romanzo che rispecchi la vita reale anche Origami ha una drammaticità, le storie private dei Miso risaltano la vita interiore dei personaggi e la drammaticità della condizione esistenziale, appunto. Avevo bisogno di una genealogia per raccontare una generazione, quella contemporanea, e avevo bisogno di staccarmi in parte da una sola storia collettiva per raccontarne molte, per raccontare le molte storie collettive contemporanee. Proprio per raccontare le molte storie collettive non mi bastava ambientare il romanzo in una sola città quindi ho scelto Itaque che le rappresenta tutte.

Per saperne di più visitate il blog dell’autrice https://sabatinatableauvivant.wordpress.com/ e la pagina del romanzo https://sabatinatableauvivant.wordpress.com/romanzi/

Sabatina Napolitano è nata a La Maddalena (SS) il 14 maggio del 1989. Ha pubblicato sette libri di poesia. Origami è il suo primo romanzo. Recensisce, collabora e intervista autori di poesia, narrativa e saggistica ed è una studiosa dell’opera di Nabokov.

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