“Libertà: casa, prigione, esilio, il mondo” tra i migliori libri 2021 della classifica della rivista Internazionale

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di Paolo Miggiano

A meno di due anni dalla sua costituzione, per Terra Somnia Editore, la casa editrice del Salento che guarda al di là del Mediterraneo, arriva un grande risultato. L’ultimo suo saggio pubblicato dal titolo “Libertà: casa, prigione, esilio, il mondo” – scritto dall’attivista siriano Yassin al-Haj Saleh e tradotto dall’arabo dalla professoressa di Lingua e Letteratura Araba Monica Ruocco – scala le classifiche e viene collocato dalla prestigiosa rivista “Internazionale” tra i migliori libri del 2021 (https://www.internazionale.it/notizie/2021/12/17/libri-2021).

«Per noi è una notizia strepitosa» – dicono a Terra Somnia – «che ci fa chiudere l’anno in bellezza e ci dà la forza e la determinazione per proseguire lungo la strada intrapresa neanche due anni fa, quando con l’insorgere della pandemia, ignari di quanto stava accadendo nel mondo e anche del successo che avrebbero avuto i nostri libri, decidemmo di costituire la nostra casa editrice. Non avevamo nulla, forse neanche l’esperienza necessaria per arrivare sin qui, non sapevamo dove saremmo potuti arrivare, ma certamente sapevamo che ce l’avremmo messa tutta per farci conoscere nel panorama culturale salentino, campano e italiano. Ed ora, con nostra grande sorpresa, scopriamo che siamo su “Internazionale” ed in una posizione di prestigio». 

In un tempo in cui del sostantivo “Libertà” e del suo significato se ne è stravolto davvero il senso, con questo saggio, una parola così importante viene ricondotta all’interno della sua accezione più grande, più vera, più condivisa, nell’alveo, cioè, del diritto delle persone, degli individui, dei cittadini del mondo intero di sentirsi davvero liberi.

In questo saggio, le parole di Yassin Al-Haj Saleh,, non hanno nulla a che vedere, infatti, con lo stravolgimento del concetto di libertà che si è costruito in questo periodo, soprattutto in occidente. “Libertà: casa, prigione, esilio, il mondo” è una riflessione a briglie sciolte che l’autore fa sulla libertà, sull’esilio, sulla storia, sulla religione, sugli stati come prigione, sul carcere … e sulle condizioni di libertà dei popoli arabi, mettendo in guardia anche noi occidentali, che riteniamo scontata la nostra democrazia e le nostre libertà, dal rischio di sirianizzazione dell’occidente. Rischio che la recente avanzata dei Talebani in Afghanistan, fino alla presa del potere, dopo vent’anni di presenza delle forze di interposizione e militari internazionali, sta mettendo in luce in tutta la sua interezza e drammaticità. Le conquiste di libertà non sono mai per sempre.

Collocandolo al quinto posto della classifica di venti migliori libri 2021 segnalati dalla Rivista, la giornalista Francesca Gnetti, scrive:

Con le sue riflessioni che ruotano intorno ai temi dell’esilio, dell’appartenenza, del carcere, dell’utopia e del cambiamento, l’attivista e intellettuale siriano Yassin al Haj Saleh, che ha trascorso sedici anni in prigione nel suo paese e ora è rifugiato a Berlino, dà un senso nuovo e non scontato al concetto di libertà. Mettendo al centro la dignità umana. Tra le righe affiora l’eco della rivoluzione siriana. 

«Le parole di Francesca Gnetti collocano il nostro libro» – con entusiasmo sostengono gli editori – «in una posizione importante del nostro lavoro e noi non lo riteniamo un punto di arrivo, ma il primo passo che ci aiuterà a camminare, a navigare oltre le sponde del Mediterraneo per raccontare, con la nostra collana “nuoveterre”, cosa realmente accade nei paesi in cui la libertà è veramente negata».

News Reporter
Un uomo controcorrente, che crede nelle persone e nell'affermazione dei diritti di libertà. Dentro ad una divisa grigio verde i fumi dei lacrimogeni, gli spari, le botte - quelle prese e quelle date - la guerriglia nelle piazze di Milano, Genova, Torino, Roma, Reggio Calabria, Aspromonte, Palermo e le gambe che gli tremano ed il cuore che batte, forte. Rammenta i compagni feriti e quelli caduti e pensa che è fortunato che non sia toccato a lui. E poi apprende che un intellettuale, Pier Paolo Pasolini, aveva parlato di lui e di quelli come lui e aveva detto che, mentre a Valle Giulia (1968 e lui era ancora un bambino) altri giovani facevano a botte con quelli come lui, egli stava - “simpatizzava” - dalla sua parte, perché i poliziotti sono figli di poveri. E capisce che può farcela, che c’è, forse, una strada, per ottenere i diritti, che ancora non ha. Ed è su questi ideali, che Paolo Miggiano ha camminato.
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