“Marta vive ogni giorno in preda a uno strano e costante senso di inafferrabilità: anche le scelte più semplici, le decisioni più ovvie sembrano sempre un passo più in là di ogni suo sforzo. Non sfugge a questa sua irrequieta condizione nemmeno l’amore, che sembrava volersi arrendere allo stesso senso di inadeguatezza: mai abbastanza affascinante, mai sufficientemente intelligente, mai all’altezza o idonea a soddisfare le aspettative dei partner”
Un romanzo che mi ha staccato dai libri che sono solito scegliere, catapultandomi nel passato e rispolverando il me di 10 anni fa con una costante sensazione di inadeguatezza: mai abbastanza intelligente, mai abbastanza bello, mai abbastanza simpatico, mai abbastanza ironico. L’ossessione nel ricercare di adeguarmi alle diverse persone frequentate dimenticando chi fossi realmente. La sindrome dell’impostore lo chiamano, la paura di essere smascherati, di lasciar trapelare la nostra imperfezione ed essere abbandonati. Leggendo il libro non ho fatto solo un viaggio attraverso la vita di Marta, ma anche attraverso me. Una storia che probabilmente racconta le fragilità di tanti, ma non per questo banale, anzi, scritto benissimo e mai scontato in ogni sua sfumatura.