INTERVISTA A FRANCESCA FARINA, scrittrice presentata al Premio “Strega” 2022

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– Com’è nata l’idea di scrivere il tuo libro?
Da dove deriva l’ispirazione di una scrittrice, secondo te?
L’idea di scrivere il mio nuovo romanzo “Liceo classico”, Bertoni Editore 2021, è nata da una profonda lacerazione in me, ossia dalle vicende vissute da adolescente tra un severo collegio e un rigorosissimo liceo in una città del centro Italia, dopo il trasferimento della mia famiglia dalla Sardegna, vissuto proprio come uno sradicamento mai superato. Avendo scritto dettagliatamente quelle vicende nei miei diari, che ormai ammontano a circa un centinaio di quaderni e che sono stati anche premiati in un importante concorso, rileggendoli ho ritrovato una me stessa che avevo rimosso, tanto doloroso era stato quel periodo.
Per quanto riguarda l’ispirazione, per me essa viene esclusivamente da quanto ho vissuto: la mia realtà mi sembra più romanzesca di ogni finzione, tanto che, appena provo a raccontare usando la fantasia, la mia pagina sembra crollare sotto il peso della finzione. “Scrivi soltanto quello che conosci” potrebbe essere la cifra della mia narrazione.


– Come sono avvenute le tappe di selezione al “Premio Strega”, fino ad oggi?
Quali sono state le tue reazioni?
Il mio romanzo è arrivato in maniera del tutto inaspettata alla prima selezione del Premio “Strega”, anche se ne sono molto orgogliosa perché è stato scelto tra migliaia di pubblicazioni da una giuria piuttosto vasta e autorevole, i cui membri non sono conosciuti al grande pubblico. Il mio editore ha fortemente creduto nella validità del mio romanzo e così anche lo scrittore che lo ha proposto agli altri membri della giuria nazionale, predisponendo una scheda molto positiva, la quale evidentemente ha convinto i selezionatori. In realtà i meccanismi che regolano il Premio “Strega” sono assai complessi e in gran parte misteriosi, tanto che io stessa ho fatto fatica a comprenderli, e posso soltanto intuire come sono andate le cose.


– Parlaci del libro con una breve sinossi
Nei primi anni Settanta del Novecento una Ragazzina (così viene chiamata per tutto il romanzo, come se non avesse un’identità vera e propria), una specie di scricciolo, tanto minuta da non dimostrare l’età, dolorosamente sradicata dalla sua adorata Isola remota, la Sardegna, all’epoca quasi sconosciuta e molto poco frequentata, prima del boom turistico degli ultimi decenni, si ritrova rinchiusa in un lussuoso ed esclusivo Collegio e costretta a frequentare un durissimo Liceo Classico in una tenebrosa e inospitale città del centro Italia, del tutto impreparata a districarsi in ambienti tanto ostili. Se il confronto con le compagne di Collegio e con gli studenti del severissimo Istituto la mette ogni giorno di fronte alla propria abissale inadeguatezza allo studio e ai rapporti umani, rendendola terribilmente insicura e infelice, la storia d’amore che si sviluppa, in modo del tutto occasionale, con un meraviglioso Ragazzo, anch’egli senza nome, quasi fosse il simbolo di tutti i ragazzi del mondo, non è meno sconvolgente. Il suo carattere chiuso e fragile, la sua impossibilità ad amare, il devastante senso di colpa per aver abbandonato la propria famiglia e la propria classe sociale rendono la loro relazione problematica, in un’alternanza angosciante di rifiuto e desiderio, fino allo scioglimento conclusivo della vicenda.


– Quali temi affronti e con quale messaggio, nei confronti dei lettori?
Il tema della formazione sentimentale, come anche quello della scuola classista, reazionaria e razzista di quegli anni, sono al centro della narrazione, quasi una denuncia da una parte del disagio di vivere e di superare la fase adolescenziale, che causa grandi sofferenze alla protagonista, e dall’altra dello stato degli studi dell’epoca, sicuramente superati dopo la rivoluzione sociale e politica del tempo. Credo che, leggendolo, gli adulti possano ritrovarci la loro stessa adolescenza e gli adolescenti se stessi.


– Che ruoli hai rivestito, col passare degli anni, in qualità di operatrice culturale e scrittrice?
Negli ultimi vent’anni non ho mai smesso di scrivere e pubblicare, sia poesie, premiate o segnalate in vari concorsi nazionali, sia romanzi, che ugualmente hanno ricevuto attenzioni e consensi da parte di noti critici letterari. Anche come operatrice culturale sono stata particolarmente attiva, promuovendo i giovani poeti, come anche i più noti autori della letteratura contemporanea attraverso eventi come la MARATONA DEI POETI, a scadenza mensile sui temi civili, il Leopardi’S Day, ossia un evento poetico annuale, dedicato a commemorare il grande Recanatese, e la rassegna ISOLA DEI POETI ALL’ISOLA DEL CINEMA presso l’Isola Tiberina di Roma, che si svolge ogni anno tra giugno e luglio.


– Cosa puoi dirci in merito alle tue novità letterarie?

Ho appena ultimato il mio nuovo romanzo, che attualmente è in lettura presso i maggiori editori italiani e stranieri e che spero di far uscire entro l’anno. Si tratta del prosieguo delle vicende della mia Ragazzina, già protagonista di “Liceo Classico”, la quale affronta gli studi universitari in un periodo devastante della storia d’Italia, tra il terrorismo, le lotte politiche e sindacali, il femminismo, i rapporti sessuali e sentimentali assai problematici. Spero che possa suscitare l’attenzione dei lettori, dato che tale periodo non è stato affrontato che raramente dai nostri scrittori.

Ti ringrazio intanto dell’attenzione che mi hai dedicato e saluto tutti i tuoi lettori.

Stefano Chiesa

News Reporter
Milano, 1990. Laureato magistrale e triennale in Filosofia ("Vita-Salute San Raffaele", 110/110, 2014) con un "Erasmus" di un anno presso l'Université "Paris 1/Panthéon-Sorbonne". Ho lavorato come articolista, content creator e intervistatore per "MilanoSud" (2021), "Melegnano Web TV" (2020/21) e "Aracne TV" (2020). Sono stato finalista premiato al premio "Nabokov" (dicembre 2021). Per ogni altra informazione (libri, critica musicale, conferenze tenute, riconoscimenti letterari), ecco il mio sito: "www.stefanochiesascrittore.it" Grazie :D

1 thought on “INTERVISTA A FRANCESCA FARINA, scrittrice presentata al Premio “Strega” 2022

  1. Grazie mille, Stefano, bravissimo nel saper cogliere già durante la nostra conversazione al telefono, le sfumature della mia personalità e riuscire a farmi aprire, cosa per me non facile, dato che mi esprimo più apertamente scrivendo. Tantissimi auguri per il tuo percorso professionale.

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