L’ironia dell’orso Baloo nel “Libro della giungla”: Recensione

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Inutile dire che si tratti, come é tipico della Disney, di un percorso di formazione. In questo caso, di Mowgli: la pantera, Bagueera, si prende cura di lui dopo che era stato affidato ai lupi, e prende atto del fatto che, finché la tigre malvagia circolerà nella giungla, il ragazzo sarà seriamente in pericolo. Cerca di portarlo al “villaggio degli uomini”, ma invano: Mowgli si affeziona troppo all’orso Baloo.

Proprio questo é il personaggio decisivo, che incarna la potenza dell’ironia.

Baloo é di animo buono e ingenuo (come Hercules, del resto), ma la famosissima canzone “Ci bastan poche briciole…lo stretto indispensabile” è il vero farmaco (anche in senso epicureo) che ognuno di noi dovrebbe assumere quotidianamente. Trattasi di un’esortazione ludica e spensierata al sorriso e all’ironia, dimenticando le negatività della vita e tentando di approdare ad una visione superiore.

Bisogna purtuttavia tenere presente anche un’ombra: il fatto che, dopo averla cantata, l’orso dica: “Questa é la vera armonia della giungla”. Baloo sembra voler restituire il kosmos al chaos. In una realtà opprimente come quella della giungla, in cui vige il principio della selezione naturale e, quindi, della sopravvivenza del più forte, Baloo invita lo spettatore ad “armonizzare” queste realtà tra loro conflittuali, individuando una visione di più elevato grado, cui si può pervenire con una certa maturità.

Altro personaggio degno di essere trattato é Re Luigi (scimmia), che incarna Louis XIV, “le roi soleil”, il quale brama proprio il “rosso fuoco dell’uomo” dal ragazzo (che fa rapire dalle scimmie dispettosissime, in una scena veramente ridicola e divertentissima). Rosso che rimanda al sole; rosso che rimanda alla civiltà e, quindi, al mito di Prometeo. Al trionfo della tèchne, di fronte al(la) quale l’animale nulla può.

Da una parte, l’introduzione dell’ennesima “narrazione nella narrazione” (il rapimento di Mowgli) lascia intravvedere tale tema, dal quale la scimmia pare ossessionata, seppur “smorzando” la tensione nel ballo dal carattere comico. Dall’altra, proprio questa “finzione interna” si ripresenterà nel finale, quando gli avvoltoi daranno al protagonista l’arma vincente per affermarsi sulla belva feroce. La scimmia si colloca a metà tra quest’ultima ed il suo dominatore. Nella sua natura anceps tra animale sottosviluppato ed essere umano, la scimmia vuole elevarsi a dignità del secondo, pur di non essere omologata ai livelli del primo. Non a caso, la canzone di tale momento centrale si intitola proprio “Io voglio esser come te: imparare a ragionar come te, di te”. Risulta manifesto, da queste parole, l’aspetto razionale che contraddistingue l’uomo da ogni animale, e lo eleva a dignità di creatura dalle qualità più spiccate. Sulla base della psicologia aristotelica, la tripartizione tra anima vegetativa, sensitiva e razionale sarebbe ciò che permette, all’essere umano, di distinguersi tanto dalla pianta, quanto dalla bestia. Ma, al di là dell’irrazionalità di cui Re Luigi è rappresentativo, egli diviene la conditio sine qua non del passaggio dall’adolescenza di Mowgli all’età adulta dello stesso. Transizione che pare prefigurata dalla celebre scena in cui la scimmia “subisce” il solletico dell’orso Baloo che, con la sua leggerezza, “fa collassare un castello di senso”, meglio identificabile, piuttosto, come “non-senso”.

In altri termini: la narrazione intermedia che vede le scimmie come personaggi principali è un momento che, sul piano narrativo, rappresenta degli elementi che ricorreranno in seguito. In tal senso, ciò si verifica in funzione di un livello di narrazione più complesso: il finale. L’ironia di Baloo si erge a vera e propria filosofia di vita. Essa riesce a demolire il regno incantato e fuorviante di re Luigi, che lascia trionfare animalità e follia, tralasciando il principio che domina l’essere razionale. Baloo, invece, è antropomorfo “a tutti gli effetti”: la sua ironia è la dimostrazione del modus operandi di una ratio del tutto umana, e che trionfa tanto nella narrazione centrale, quanto in quella finale.

Stefano Chiesa

Fonte dell’immagine: copertina del DVD originale, 40esimo anniversario – edizione speciale 2 dischi.

Un estratto dalla ridicola scena del “rapimento di Mowgli” e la danza con Re Luigi (fonte: Gabriel Grieco – canale YouTube):

News Reporter
Milano, 1990. Laureato magistrale e triennale in Filosofia ("Vita-Salute San Raffaele", 110/110, 2014) con un "Erasmus" di un anno presso l'Université "Paris 1/Panthéon-Sorbonne". Ho lavorato come articolista, content creator e intervistatore per "MilanoSud" (2021), "Melegnano Web TV" (2020/21) e "Aracne TV" (2020). Sono stato finalista premiato al premio "Nabokov" (dicembre 2021). Per ogni altra informazione (libri, critica musicale, conferenze tenute, riconoscimenti letterari), ecco il mio sito: "www.stefanochiesascrittore.it" Grazie :D
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