È divertente il fatto che da Aristotele a Tommaso, la parte più caratteristicamente umana dell’anima è sempre stata quella razionale. Negli ultimi 100 anni abbiamo scoperto che buona parte, se non tutta, la razionalità è simulabile da una macchina. Allora molti si sono affrettati a dire che la parte più umana dell’anima è quella emotiva. Ma sappiamo bene che quella parte del nostro cervello è proprio quella che abbiamo in comune con molti organismi complessi, mentre sono proprio le dimensioni grandi della neocorteccia che ci caratterizzano biologicamente.
Al massimo si può dire che l’intelligenza emotiva è la parte più nobile della nostra anima, adottando la bella espressione introdotta da Golemann nel suo splendido libro.
Biologicamente, l’intelligenza emotiva si sviluppa come una interconnessione sempre più ricca fra il primitivo sistema limbico e la neocorteccia.
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