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Sono finalmente riuscito a vedere Rapito di Bellocchio. Il film racconta il caso Mortara.

Una inserviente a Bologna vedendo il piccolo ebreo Edgardo in cattiva salute e pensando che sia in fin di vita lo battezza informalmente. L’inquisizione viene a sapere di questo e strappa Edgardo alla famiglia. Il piccolo di 7 anni viene portato a Roma, messo sotto la protezione di Pio IX ed educato come cattolico, tanto che si farà prete, non vorrà tornare mai alla sua famiglia di origine ebrea osservante e si sentirà grato tutta la vita del trattamento ricevuto.
Il film è molto bello e amarissimo. Mette in luce come è facile violare la libertà delle menti giovani, inculcando non il desiderio di capire, la libertà da pregiudizi e lo spirito di ricerca, ma dei dogmi. E questo non vale solo per la Chiesa, l’Inquisizione e il Papa, ma anche per la famiglia Mortara.
Certo nella vicenda è la Chiesa che commette l’orrendo crimine di strappare un bambino alla propria famiglia sulla base di una sciocca superstizione, ma anche la vita nella famiglia Mortara di Edgardo sarebbe stata piena di inutili dogmi.
La religione e Dio stesso non sono delle credenze cieche e irrazionali, ma una ricerca. E ognuno di noi ha il diritto di non essere inculcato di dogmi, ma di crescere libero nello spirito di indagine e conoscenza.
Che poi ognuno di noi ha i suoi riti e i suoi miti, compresi quelli di tutte le religioni del mondo e degli atei e degli agnostici, non c’è nulla di male. Fanno parte della nostra fragilità, del nostro bisogno di sentirci uniti agli altri, di partecipare. Tuttavia quando questi riti e questi miti diventano dogmi sono guai per tutti.

News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori. Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada. Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”. Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese. Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio. Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale. Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC). Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario. Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia". Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019). Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelBooks, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023. Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri. Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne.
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