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CAPRICCI DELLA SIGNORA BEATRICE MIGLIARO

Lei passeggia con la sigaretta tra le dita

per gli ampi viali della Maddalena,

e poi torna alla scena delle candele rosse

e pentole con patate dolci arrostite

mescolando miele e resurrezione

davanti all’albero di Natale.

C’è all’inizio un’atmosfera da tomba

che prepara la luce

di una campana che ci chiama con il suo preludio

di giardino e Cinzano.

Mentre lei, a proposito del rumore, degli stufati

e delle finestre di luci come occhi di bambini emozionati,

soffre di attorcigliamento delle dita

e bacia il signore degli anelli che ha portato

ciambelline al burro, frutta secca e biscotti al tuorlo.

Allora lei dice:

Oh Signore, quanto significano per me gli amici

questa notte di dicembre.

Ebbene sì, sono ubriaca. Baciatemi, per favore,

riconosca la bocca di fumo

di quartieri, dei bambini e dell’amore.

Poi si allontana

e ride davanti ad altri monumenti fantasma

che riempiono con l’immaginazione

i loro vangeli

Lei è così invulnerabile

che ci chiama da un ospizio dalle mele rosse

e davanti all’albero di Natale,

con campane e musica affinata dai suoi angeli

estremamente nascosti

che ci tendono le ali di gesso,

canta le cose che le persone hanno desiderato.

Lei ci abbraccia e torna ad ammirare i suoi monumenti

in una trance di fioriture attentamente definiti,

con i sentimenti nel ginocchio

e i baci di fuoco

che sorgono pacificamente dalla solitudine.

Siamo così davanti all’albero di Natale (lo so

ogni volta lascia quell’odore di giardino e Cinzano)

meno tristi per quello che non abbiamo avuto,

sicuri nel Golfo,

nella nebbia dell’Egitto

e nei deserti

dove cresceranno anche come alberi di Natale le sue ossa di seppia.

CAPRICHOS DE LA SRA. BEATRIZ MIGLIARO

Ud. pasea con un cigarro entre los dedos

por las anchas avenidas de Magdalena,

y luego vuelve a la escena de velas rojas

y ollas con camotes asados

mezclando miel y resurrección

frente al árbol de navidad.

Hay al principio una atmósfera de tumba

que prepara la luz

de una campana que nos llama con su preludio

de jardín y cinzano.

Mientras Ud., a propósito de la bulla, de los guisados

y las ventanas de luces como ojos de niños excitados,

sufre la torcedura de sus dedos

y besa al señor de los anillos que ha traído

rosquillas de manteca, fruta seca y bizcochos de yema.

Entonces Ud. dice:

Ah, Señor, cuánto significan para mí los amigos

esta noche de diciembre.

Y vaya que estoy ebria. Béseme, por favor,

reconozca la boca de humo

de los barrios, de los hijos y del amor.

Después se aparta

y ríe frente a otros monumentos fantasmas

que llenan de imaginación sus evangelios.

Ud. es tan invulnerable

que nos llama desde un hospicio con manzanas rojas

y frente al árbol de navidad,

con campanas y música afilada por sus ángeles

extremadamente ocultos

que nos extienden sus alas de yeso,

canta las cosas que la gente ha deseado.

Ud. nos abraza y vuelve a admirar sus monumentos

en un trance de floración cuidadosamente definidos,

con el sentimiento en la rodilla

y los besos del fuego

que se alzan pacíficamente desde la soledad.

Así somos frente a su árbol de navidad (yo lo sé

cada vez que el tiempo deja ese olor a jardín y cinzano)

menos tristes por lo que no tuvimos,

seguros en el Golfo,

en la niebla de Egipto

y en los desiertos

donde también crecerán como los árboles de navidad

sus huesos de sepia.

LA VITA DI UN UCCELLO

Nell’osservare le tue foto la distrazione svanisce. Appare

un cesto di frutta che avanza tra le ombre

verso un giardino. Uva siciliana, uva del Bengala

e le arance marce portano luce.

Un uccello marmorizzato respira dagli alberi dietro

come una macchia solare. La luce espande

un’alba buia qui.

I bizantini venivano nei campi

e fuggivano dalle città come alla chiamata

di un Dio. Quasi sempre

la mansuetudine di fedeli portava il fardello.

Nella rivista “Gothic Universal” dove vengono pubblicate

altre foto tue, si spiega questo attraverso delle immagini

e una leggenda scorre come un fiume naturale.

Chi aprirà quel libro vedrà rinascere

tristezza e senso di colpa.

Chi sanguina rinasce, sembra dirci

l’uccello che canta dal giardino

e risorge come Cristo crocifisso.

Ma tutto è fango, scritte sui muri,

un avvicinarsi al proibito. Sì, sembra come se

nelle opere d’arte

gli uomini avrebbero adorato il tempio e avessero fatto lì

la rappresentazione del dolore.

Un’altra è la chiave di lettura.

L’uccello con le ali mezze disfatte

brilla davanti al vaso e non è altro che

la leggenda del libro o dell’affresco

da una catacomba di San Sebastiano.

I resti di un vaso verde cadono o sembrano cadere.

Ecco la fragilità e il risveglio di un mondo

tranquillamente nascosto nei suoi affari.

C’è il susseguirsi di guerre che minacciano.

I colori o pastelli rilasciati sono uniformi

come ombre quando avanzano

e la luce inizia un altro percorso.

Dall’alto ci sono le gabbie aperte e appare l’uccello

come il nostro tentativo di salvare le cose.

LA VIDA DE UN PÁJARO

Al observar tus fotos la distracción se disipa. Aparece

un frutero que avanza entre sombras

hacia un jardín. Uvas de Sicilia, uvas de Bengala

y naranjas podridas traen la luz.

Un pájaro jaspeado respira desde los árboles atrás

como mancha de sol. La luz expande

un amanecer oscuro aquí.

Los bizantinos solían llegar a los campos

y huían de las ciudades como ante el llamado

de un Dios. Casi siempre

una mansedumbre de fieles protagonizaba el agobio.

En el «Gothic Universal» donde se publican

otras fotos tuyas, se explica esto a través de imágenes

y una leyenda fluye como río natural.

Quien abra ese libro verá renacer

la tristeza y la culpa.

Quien sangra, renace, pareciera decirnos

el pájaro que canta desde el jardín

y se alza como cristo crucificado.

Sin embargo, todo es barro, escritura en los muros,

acercamiento a lo prohibido. Sí, parece como si

en las obras de arte

los hombres hubieran venerado el templo y hecho ahí

la representación del dolor.

Otra es la lectura.

El pájaro con sus alas medio deshechas

brilla ante el florero y no es sino

la leyenda del libro o el fresco

de una catacumba de San Sebastián.

Caen o parecen caer los residuos de un florero verde.

He ahí la fragilidad y el despertar de un mundo

escondido tranquilamente en sus asuntos.

He ahí la sucesión de las guerras que amenazan.

Son uniformes los colores o pasteles liberados

como sombras cuando avanzan

y la luz comienza otro recorrido.

Desde arriba hay jaulas abiertas, y el pájaro aparece

como nuestro intento de salvar las cosas.

LINGUA

Tutto il mio campo si estende

non ne fermo il movimento se non qui

non mi fermo in quello spazio ma parlo

guardo il suo corpo

il mondo di un’altra notte

e parto pieno di terra e di luce

a volte mi stanco del suo silenzio

del suo velo slacciato

e che la sua volontà sia compresa

come un segno di chiaroscuro fermo

in altri campi di festa marrone

non è rimasto nessuno a desiderare un’esistenza divisa

tra di noi

la verità non significa vivere così

e quanto siamo soli riguardo al nome delle cose

di un animale breve

di un paese che è la mia assenza

sfera

del primo silenzioso purgatorio delle parole

e quanti sono vicini al vestibolo del loro inferno

prendendosi come bestie

LENGUAJE

Todo mi campo esparce

no detengo su movimiento sino aquí

no me detengo en ese espacio sino hablo

miro su cuerpo

el mundo de otra noche

y salgo lleno de tierra y de luz

me canso a veces de su silencio

de su velo deshecho

y de que su voluntad se entienda

como un claroscuro signo todavía

en otros campos de fiesta parda

no queda nadie ambicionando la existencia dividida

entre nosotros

la verdad no significa la vida así

y qué solos estamos sobre el nombre de las cosas

de un animal breve

de un país que es mi ausencia

esfera

de primer purgatorio aquietado de palabras

y cuántos están cerca del vestíbulo de su infierno

cogiéndose como fieras.

Critica poetica

La poesia del poeta WILLY GÓMEZ MIGLIARO è allegorica, difficile e di interessante interpretazione, racchiude una miscela di immagini che regalano la possibilità di espandere a tutti i livelli la propensione all’immaginario del lettore. Le sue immagini sono immagini filtrate dalla volontà di trasmettere un messaggio, ma non per questo non smettono di aprirsi a molteplici suggestioni e significati. L’insieme crea un’ambiguità sui soggetti trattati con sguardi imprevedibili, pensieri fulminei e mai banali.

di Yuleisy Cruz Lezcano

Willy Gómez Migliaro

È nato a Lima-Perù il 13 agosto 1968. Professore di letteratura e consulente letterario, vincitore del Premio Festival della poesia ispanoamericana de la Lira 2015. Ha pubblicato i libri di poesie Etérea (2002), Nada como I campi (2003) e La breve eternità di Raymundo Nóvak (2005), tutti sotto l’etichetta Hipocampo Editores; Moridor (Pakarina Ediciones, 2010), Edilizia civile (Paracaídas Editores, 2013), NuoveBattaglie (Arteidea Editores, 2013), Vernicerossa (Paracaídas Editores, 2016) Lirica pura (Hipocampo Editores, 2017) e Manantiales (Ícata, 2021) Tra i libri di ricerca è stato compilatore del libro Opempe, storieorali di Asháninka e Nomatsiguenga (Editoriale AndesBook, 2009) e Cholos,13 Poetiperuviani nati tra gli anni 70 e 90 (Catafixia, 2014). Attualmente tiene laboratori di scrittura creativa.

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