
Non è mai semplice riuscire a discutere riguardo le tematiche inerenti al periodo storico corrente, le quali hanno impatti sul contesto sociale e all’interno del vissuto di una comunità. Pur riconoscendo l’importanza del dibattito in merito a ciò, è fin troppo semplice per ciascuno di noi incappare in discorsi ed argomentazioni che affrontano tali problematiche in maniera superficiale, senza cogliere alla radice la questione da affrontare di volta in volta.
È per questi motivi che un libro come Dimmelo adesso, attraverso uno stile di scrittura lineare e in grado di arrivare al punto focale senza troppe digressioni, fornisce lo spunto necessario per poter aprire una discussione che, in primo luogo, affronta il tema del bullismo e della fragilità giovanile, ma che, oltre una prima superfice, è in grado di riflettere ad ampio raggio su ciò che è causa e conseguenza dell’indifferenza umana.
Seppur il romanzo di Caterina Falconi sia edito nel 2021, ci troviamo purtroppo obbligati, con il passare degli anni, a dover ancor di più fare i conti con la dilagante indifferenza nei confronti del prossimo che attanaglia la nostra società.
Il romanzo ha una struttura corale che, presentando il punto di vista di ciascun personaggio volta per volta, ci mostra quanto la rabbia e la mancanza di empatia verso il prossimo siano le cause del tracollo della nostra società dal punto di vista dei rapporti umani.
Il dramma non si consuma unicamente all’interno dell’ambiente scolastico, dove l’indifferenza degli insegnanti lascia proliferare perfino l’odio razziale, ma esso agisce, in maniera silente, soprattutto intorno alle mura domestiche. È qui infatti, tra genitori assenti e contesti di vita difficili, che trovano lo spazio per germogliare tutti i sentimenti negativi precedentemente citati.
Il dramma si consuma in modo tanto veloce quanto tacito. Il finale del libro non fornisce la chiusura di una situazione narrativa ben definita, poiché l’autrice ha voluto dimostrare quanto ciò che viene narrato non possa essere inserito all’interno di una struttura circolare, ma esso svolge il suo percorso lungo una linea retta, senza una fine rispetto a ciò che sconvolge negativamente le vite dei protagonisti.
Esse sono cristallizzate, i drammi correlati genereranno unicamente conseguenze a loro direttamente proporzionali. Per questo motivo il finale non deve essere fornito dal libro stesso, ma da ciò che i suoi lettori sono in grado di attuare per riparare a queste piaghe che infestano la nostra quotidianità. Soltanto in questo modo un finale è possibile, auspicabile nella maniera in cui gli eventi narrati e i loro protagonisti possano subire un capovolgimento positivo. Ma spetta a noi agire.
