La psicologia di “Frollo” nel “Gobbo di Notre-Dame” – Recensione

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Il film si apre con il rintocco perentorio di campane e una vista aerea di Notre Dame; le riprese si abbassano verso l’uomo che si occupa delle marionette, e inizia la narrazione.

La scena -forse- più sconvolgente é quella in cui Frollo, in preda all’idiosincrasia riguardante ciò che lui percepisce come “macchia” (l’innamoramento di Esmeralda), intona una canzone dedicata alla Vergine, “Beata Maria, tu sai che uomo sono io…” e implora la redenzione di fronte al presunto peccato. Tuttavia, non essendo Frollo uomo di chiesa, una siffatta colpevolezza non é dovuta al suo “ruolo”, ma alle autoconvinzioni medievali di rifiuto nei confronti della carne: quello che Iacopone da Todi definiva “contemptus mundi”. Infatti, lui desidera ardentemente Esmeralda, la brama; a tal punto da vedere la sua immagine danzare nel camino che si trova di fronte a sé.

Ma, a questa passione, si confonde un disprezzo (in latino, “contemptus”), un autoconvincimento anche razzista, nei confronti della donna.

E allora, improvvisamente, nella stanza si presentano (su entrambi i lati) dei “giudici senz’anima” incappucciati e vestiti di rosso: lui si sente schiavo del suo peccato, e diventa peccatore a tutti gli effetti; ossia, nel momento in cui decide di volerla uccidere, pur di reprimere e rimuovere (anche freudianamente) la sua passione. La scena si conclude in modo teatrale, con Frollo accasciato a terra, in preda ai suoi sentimenti titanici e contrastanti.

In questa scena sono presenti diversi elementi medievali, riguardanti la concezione della carne e il potere, spesso strumentalizzato, della “Chiesa come istituzione”. Frollo avanza pretese velleitarie nei confronti di Esmeralda e si contrappone, anche in termini manicheistici, alla purezza della zingara. I due ruoli paiono essere “capovolti”: mentre la seconda dovrebbe simboleggiare il male e la tentazione della carne, in realtà è il primo a lasciarsi influenzare dai suoi istinti e a volerli, successivamente, reprimere, in quanto consapevole del suo pervertimento. Il “manicheismo” è una corrente di natura filosofico-religiosa che si afferma in periodo medievale, e che vede lottare in modo deciso le forze metafisiche del “Bene” e del “Male”, viste come drasticamente contrapposte. Frollo rappresenta il “Male”, Esmeralda il “Bene”; i due personaggi si collocano su due poli diametralmente opposti.

Ancora una volta: il rovesciamento delle loro funzioni (sul piano narrativo) si deve al fatto che Esmeralda prova sentimenti di sincera amicizia per Quasimodo, mentre Frollo non fa altro che perpetuare il suo odio per il gobbo, che ha cresciuto, strappandolo alla madre e nascondendolo nella cattedrale.

Il film è interamente pervaso dalla dicotomia tra questi due personaggi, nonostante l’attenzione venga “traslata” verso Quasimodo, il protagonista.

Quest’ultimo é indubbiamente una sorta di “alter ego” della Bestia; senza dimenticare però che, a differenza della Bestia, é stato maltrattato sin dall’inizio della sua vita.

La sua sensibilità lo porta ad “accettare” l’amore mancato di Esmeralda, il personaggio più “bello”, sia interiormente, sia esteriormente; personaggio che dimostra l’apice della sua sensibilità nella canzone “sono indifesi i figli di Dio”, verso l’inizio del film.

Anche questo momento di intenso lirismo mostra, con estrema commozione, la fragilità dell’animo del gobbo e la tenerezza di Esmeralda.

Un’altra scena significativa, forse, é quella in cui Quasimodo, incatenato sopra il rosone della cattedrale, sta assistendo al rogo di Esmeralda; é l’alba, un raggio di sole illumina il suo volto e lui, con una forza sovrumana, distrugge le catene. Scende dalla cattedrale, libera la donna, la riporta in alto urlando: “Diritto di asilo!”.

A partire da questo istante, inizia la progressiva emancipazione di Quasimodo, nonché una serie di “gesti” che lo porteranno ad essere eroico: salvare la vita della zingara, preservare il suo (di lei) amore per Febo e affrontare Frollo personalmente.

Nel finale apocalittico, quest’ultimo precipita dall’alto della cattedrale, “abbracciando” un gargoyle dall’aspetto demoniaco, che riproduce quella che sarà la sua destinazione futura, in un ipotetico “regno oltremondano”. Il “Male” viene sconfitto e viene lasciato largo spazio alla bontà di Quasimodo ed Esmeralda, che incontrano la folla, in un contesto gioioso, pacificato e spiritualmente rinnovato.

Stefano Chiesa

Fonte immagine: copertina Dvd, Titolo partecipante al programma “Magic and more” – distribuito a cura di “Buena Vista Home Entertainment

Frollo in preda al suo tormentato “monologo”

Fonte YouTube: Treasterischi (Canale YouTube):

News Reporter
Milano, 1990. Laureato magistrale e triennale in Filosofia ("Vita-Salute San Raffaele", 110/110, 2014) con un "Erasmus" di un anno presso l'Université "Paris 1/Panthéon-Sorbonne". Ho lavorato come articolista, content creator e intervistatore per "MilanoSud" (2021), "Melegnano Web TV" (2020/21) e "Aracne TV" (2020). Sono stato finalista premiato al premio "Nabokov" (dicembre 2021). Per ogni altra informazione (libri, critica musicale, conferenze tenute, riconoscimenti letterari), ecco il mio sito: "www.stefanochiesascrittore.it" Grazie :D
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