
L’uomo nero e la bicicletta blu di Eraldo Baldini
Un romanzo di formazione che si è rivelato più struggente e drammatico del previsto. Il Bildungsroman non è il genere che prediligo – persino alcuni capolavori letterari come il “David Copperfield” di Dickens non sono riusciti ad accendermi -; quando però il focus è puntato su eventi agghiaccianti che accelerano la crescita, provocando la perdita di innocenza, allora anche il romanzo di formazione sa offrirmi gli stimoli giusti (mi vengono in mente, ad esempio, alcune opere di Ammaniti, “Acqua buia” di Lansdale, “Il corpo” di King, “L’ultima notte del carnevale estivo” del duo Morozzi/Alberti). “L’uomo nero e la bicicletta blu” è ambientato in un paesino della Romagna nel cuore degli anni ’60. Il protagonista è un ragazzino poverissimo, animato da un obiettivo all’apparenza irraggiungibile: raggranellare abbastanza soldi per acquistare la bicicletta blu dei suoi sogni. Lungo il cammino incontrerà tuttavia ostacoli spaventosi e nemici formidabili… Scene drammatiche (a tratti strappalacrime) si alternano a momenti di irresistibile comicità che si irradia dai bozzetti di vita provinciale e dai tratti grotteschi dei personaggi. Consigliatissimo a chi ama l’alternanza fra registri diversi (comico e tragico si succedono di continuo) e a chi apprezza una narrazione in bilico tra realismo e dimensione favolistica.