Una delle violenze che andrebbe eliminata è quella del linguaggio maschilista.
Se in un documento scriviamo “gli ingegneri e i medici”, per riferirci a persone che praticano quelle professioni, chi si identifica come donna si sentirà esclusa. E questo sfavorisce la possibilità che una donna diventi ingegnere o medico.
Il grande psicologo Bettelheim, nel suo capolavoro, Il mondo incantato, racconta di una sua paziente che si ricordava con molto piacere della favola di Hansel (ci vorrebbe l’Umlaut sulla a) e Gretel dei Fratelli Grimm, perché nel racconto è sempre la bambina che risolve le situazioni difficili.
Questa è come si dice “una evidenza aneddotica”. Ma ormai ci sono prove sperimentali che la femminilizzazione del linguaggio favorisce l’emancipazione femminile.
Quindi abituiamoci a parlare delle studentesse, delle professoresse, delle scienziate e delle docenti.
