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Nel 2005, i ricordi e le brevi poesie di Marlene Dietrich, nota icona del mondo cinematografico della prima metà del Novecento, sono state raccolte in un preziosissimo florilegio, dal titolo Pensieri Notturni, curato dalla figlia Maria Riva per Frassinelli.

Stanca del suo status di diva del cinema mondiale, Marlene Dietrich decise di trascorrere gli ultimi anni ritirandosi in solitudine a Parigi e come racconta la figlia Maria Sieber, sposata Riva, nel silenzio della notte, quando non riusciva a mettere a tacere i fantasmi del passato, l’attrice tedesca dava voce ai ricordi, riportandoli su di un foglio che teneva a portata di mano, in modo forse un po’ scarabocchiato e da qui lo scatenarsi dei suoi pensieri che in questa raccolta si fanno Pensieri notturni. Per cui a un certo punto della sua vita Maria Riva decise di farli pubblicare in una raccolta, ammettendo il probabile disappunto della madre, qualora fosse stata ancora in vita.

Sarebbe contenta che quei momenti così privati e insonni si trovino ora su queste pagine? Ne dubito, poiché viveva nel completo isolamento, il definitivo paradosso di un’icona senza tempo. Eppure per molte ragioni, essi meritano di essere divulgati.

E in realtà i pensieri notturni di Marlene Dietrich non sono altro che frammenti di vita di tutti quei personaggi appartenuti al suo passato e le cui vicende, in un modo o in un altro, si sono intrecciate alla vita pubblica e privata dell’attrice: tutti uomini illustri, legati al mondo dello spettacolo, della cultura e della politica che hanno avuto un ruolo predominante nell’esistenza di Marlene Dietrich, non solo da un punto di vista sociale, ma anche umano e personale.

Così, ricorda uomini e donne quali Frank Sinatra, Yul Brynner, Ernest Hemingway, Rainer Maria Rilke ed ancora Mae West, Edith Piaf, Johannes Mario Simmel, il generale Patton, Judy Garland grande amica della figlia, il cui sorriso le fu tanto caro. E tantissimi altri da cui si rimane colpiti non solo per la chiarezza lessicale con cui l’attrice ne dipinge il ricordo, ma anche per il ruolo che hanno ricoperto.

Eppure accade che i versi, così come le sue rievocazioni, in alcuni casi sono oscuri, quasi incomprensibili, dato che servono a richiamare particolari di vita che solo la Dietrich poteva conoscere e che la notte faceva riemergere dai meandri della sua memoria. E ancora i pensieri intrisi di malinconia, del loro Weltschmerz, si fanno lontani, anche ferocemente implacabili, dolorosi, a tratti divertenti, che permettono prima alla donna e poi alla madre di venir fuori in tutta la sua autentica veridicità.

A concludere la raccolta gli ultimi pensieri dedicati alla figlia Maria Riva…

Ma chi è Maria Riva?

Figlia amatissima della Dietrich e del produttore cinematografico Rudolf  Sieber, è stata un’attrice statunitense, conosciuta per un periodo di tempo con il nome d’arte di Maria Manton; prima e unica assistente personale della madre, fu talmente tanto amata da essere ritenuta quasi “una proprietà” da Marlene Dietrich e da ciò ne nacque un rapporto molto controverso e conflittuale, soprattutto in età adulta, poiché soffocata dall’amore apprensivo/oppressivo dell’attrice tedesca, sempre e comunque presente nella sua vita. Ed è qui che i pensieri notturni si fanno dolorosi, tristi, melanconici poiché si comprende come la separazione incombente tra madre e figlia non può essere evitata; giunge il sollievo nel momento in cui l’attrice si sfoga assicurando a Maria che comunque, malgrado la separazione definitiva, rimarrà sempre una donna con una posizione agiata, senza dover rinunciare a tutto ciò a cui è sempre stata abituata. Perché è questo ciò che una madre spera per i propri figli, la felicità oltre tutto e tutti…

Per far comprendere quanto amore questa donna nutrisse per la propria figlia, da cui non si separava mai, tanto da non averle dato un’istruzione adeguata, a causa dei continui spostamenti dovuti al suo lavoro, vi è un aneddoto per il quale una sera, nel corso di una rappresentazione teatrale di Maria Riva, Marlene Dietrich otturasse una sirena con la propria pelliccia per evitare che disturbasse lo svolgimento dello spettacolo. Leggenda, verità? Chi lo sa, eppure basta leggere i versi che la Dietrich le dedica:

Sei la mia

Pozione per svegliarmi!

Non è

Una novità,

Ma ora sei

Anche

La mia pozione sonnifera

E ancora di più!

La calma

Mi

Pervade

Come

Anni fa,

Quando noi due

Eravamo una cosa sola

Tu raggomitolata

In me.

Ma ora –

Siamo 

Separate –

Sole,

Non

Com’era

Quando

Tutto

Era ancora

In ordine.

Tutti i suoi pensieri notturni sono comunque dettati dalla disperazione del momento in cui l’attrice non riesce a prender sonno, quindi irrequieti, vagandole nella mente la tormentano, riemergendo con lucida prepotenza, senza volerle dare quella pace che nella solitudine delle sue ultime giornate probabilmente Marlene Dietrich cercava di riacquistare a fatica, anche ricorrendo all’oblio procurato dall’uso di sostanze chimiche.

La struttura del libro semplifica la lettura, che può essere completata velocemente, trascinati da una memoria storica in grado di far compiere al lettore un viaggio in dietro nel tempo, travolto dalle suggestive atmosfere non solo rievocate dall’attrice, ma anche da una madre quale è stata Marlene Dietrich.

PENSIERI NOTTURNI quindi si compone di 165 pagine, arricchite con foto storiche a documentare i ricordi della diva e di coloro che hanno ricoperto un ruolo fondamentale e imprescindibile nella sua vita, mentre i pensieri che si fanno versi possono essere letti sia in lingua originale (inglese), quanto nella loro traduzione italiana, tutti accompagnati da una descrizione del personaggio ricordato e i rapporti intercorsi con l’attrice tedesca.

Nessuno che non sia stato in equilibrio sul più precario dei piedistalli, quello della celebrità, può capire quali disperati funambolismi esso richieda a creature tanto vulnerabili. Spesso l’unica via d’uscita è una rigorosa solitudine.

Savina Trapani

News Reporter
Dal 2017 sono la curatrice del lit-blog Into The Read, dedicato all'editoria con con recensioni, consigli di lettura, analisi delle trame, scrittori e interviste. Collaboro con Il Giornale Letterario del Premio Nabokov da febbraio 2023. Inoltre, sono correttore di bozze con certificazione professionale.
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