LA TERAPIA
Agosto 11, 2024Una lettura piacevolmente disturbante che mi ha riconciliato con il thriller (uno dei generi che più amo ma che – negli ultimi tempi – mi sono accorto di apprezzare in modo più tiepido).
Sebastian Fitzek è, al pari di Wulf Dorn e Charlotte Link, l’autore tedesco di thriller più acclamato e meritatamente famoso, specializzato (come Dorn) nel filone psicologico.
“La terapia” narra la vicenda di uno psichiatra disposto a tutto pur di fare luce sulla scomparsa della figlioletta e di una paziente assai pericolosa che sembra avere la chiave del mistero (nessuno spoiler: questa è la situazione che si presenta al lettore fin nelle primissime pagine).
Devo ammettere che ho amato molto di più “La terapia” (sua opera d’esordio) del romanzo “Il bambino” (l’unico altro libro di Fitzek da me letto).
La storia è coinvolgente e, a tratti, davvero spaventosa. La trama mi ha incatenato alle pagine fin dal prologo e ha reclamato la mia attenzione sino all’ultimo capitolo. Buona la gestione dei colpi di scena e la capacità di riannodare tutti i fili della narrazione senza lasciare insoluto alcun enigma.
“Il coro dei muti” di Marco Masi
Agosto 9, 2024Online il bando del Premio Nabokov: www.premionabokov.com
LE CONFUTAZIONI SOFISTICHE
Agosto 6, 2024Leggendo le Confutazioni sofistiche di Aristotele nella bella traduzione di Fait, ci si accorge che lo Stagirita non aveva pienamente elaborato il moderno concetto di fallacia, inteso come argomento che sembra valido ma non lo è o premessa che sembra vera ma non lo è. Saranno i commentatori e i medioevali a distinguere in un sofisma una causa dell’apparenza e una causa del difetto. La prima è la ragione per cui un ragionamento inganna, la seconda in che cosa è sbagliato in quel ragionamento. Se, ad esempio, dico “Socrate è antipatico, quindi tutti gli ateniesi sono antipatici”, un conto è l’errore, cioè la generalizzazione indebita, un conto è la causa psicologica dell’errore, cioè che considero Socrate come rappresentativo di tutti gli ateniesi. La domanda è allora, come mai Aristotele non se ne è accorto? La risposta potrebbe essere. Le Confutazioni sofistiche spiegano come difendersi in un dialogo. Il rispondente R sostiene una tesi A e l’interrogante I deve dimostrare non A. Aristotele ci vuole spiegare quali siano i trucchi che I può usare per arrivare a non A. Dunque non gli interessa tanto la relazione psicologica fra noi che ascoltiamo e potremmo essere ingannati da I, quanto come I può barare con R per ottenere il risultato. Come è stato dimostrato dalla storica della logica Catarina Duthil Novaes, la logica nasce dal dialogo e non da una relazione solitaria fra gli enunciati e il logico. Solo se intendiamo la logica in questo secondo senso, più moderno, allora la nostra nozione di fallacia diventa importante.
“La strada non aspetta” di Roberto Frazzetta
Agosto 6, 2024Finalista nella sezione Nabokov Noir 2023. Online il bando: www.premionabokov.com
“Arcobaleni Storti” di Anna Cuccuru
Agosto 5, 2024Acquistabile su: Self publishing Rakuten – Amazon – Goodreads Arcobaleni storti, Racconti da non leggere prima di dormire è una raccolta di cinque racconti brevi che esplorano le avventure e disavventure di viaggiatori che utilizzano la piattaforma di Bewelcome, per essere ospitati…
Pubblicazione del nuovo libro di María Calle Bajo «Hablo con Dios; la muerte nunca tiene prisa» («Parlo con Dio; la morte non ha mai fretta»), traduzioni e critica poetica di Yuleisy Cruz Lezcano
Agosto 2, 2024Tratto dal libro “Hablo con Dios; la muerte nunca tiene prisa”, Casa Editrice Buenos Aires Poetry, 2024 PARLO CON {DIO} [Mi risponde che mi concede l’eco del dubbio. Abbraccio di nuovo il mito, a quella sostanza che si prolunga ontologicamente, le espongo…
“La santa” di Simona Tomaino
Luglio 31, 2024Racconto finalista pubblicato nell’antologia Nabokov 2023 Online il bando: https://www.premionabokov.com
HEIDI
Luglio 27, 2024Muzzopappa è uno degli scrittori umoristici più dotati del panorama letterario italiano, ma in questo romanzo mi ha convinto meno che in altre occasioni.
“Heidi” è una dissacrante parodia del mondo della televisione, dominato da format improbabili, trasmissioni fotocopia, trash e cattivo gusto.
La storia è senz’altro briosa e divertente (con inaspettate punte di dolcezza quando l’autore affronta il tema della demenza senile, di cui soffre il padre della protagonista), ma la trama è meno scoppiettante – per non dire piatta! – e le battute esilaranti sono disseminate con minor frequenza rispetto ad altre prove narrative (su tutte “Una posizione scomoda” e “Affari di famiglia”).