Elia Cecino e Alberto Ferro premiati finalisti all’“Arthur Rubinstein International Piano Master Competition”

Sharing is caring!

È stata una lotta all’ultimo sangue per i due concorrenti, Elia Cecino (21 anni) e Alberto Ferro (27 anni), che ci hanno egregiamente rappresentati in una delle competizioni pianistiche più importanti a livello mondiale e indetta dal 1973, in memoria di Arthur Rubinstein, a Tel Aviv.

Numerose e variegate, (sia in termini di durata, sia di complessità), le opere proposte dai giovanissimi talenti, nell’arco in cui si è svolto l’evento. Si è trattato, infatti, di 3 “rounds”: una sorta di “quarti di finale”, seguiti da semifinale e finale. I primi 2 “stages” si sono manifestati con una durata crescente: 40 minuti consecutivi di musica nel 1°, oltre un’ora nel secondo. Per poi culminare nel 3° momento, che si articolava, a sua volta, in 3 prove: un concerto classico (tra Mozart e Beethoven), un’esecuzione di musica da camera ed un concerto romantico/tardo-romantico.

Occorre precisare che sia Ferro sia Cecino hanno vinto il “Premio Venezia” (il primo nel 2015, il secondo nel 2019): si tratta del concorso pianistico in assoluto più prestigioso e ambìto, in Italia. Questi riconoscimenti -insieme ad altri, internazionali- hanno permesso loro di esibirsi in giro per il mondo, finché sono approdati a Tel Aviv, sede del “Rubinstein”.

Tra le svariate prove e repertori, Ferro ha brillato tanto nell’esecuzione della 12° “Rapsodia Ungherese” di Liszt, quanto nella problematica Sonata “Op. 111” di Beethoven. Cecino, dal canto suo, ha suonato un’impeccabile “Valse de Faust” (Gounod-Liszt), Insieme alla “Sonata n. 7” (Prokofiev), che è culminata in uno strepitoso, conclusivo “Precipitato”.

Entrambi i pianisti si sono distinti nell’esecuzione del gran finale: Ferro, con il “Concerto n. 2” di Bartók; Cecino, con il 1° di Tchaikovsky. Pur non essendosi classificati tra i primi 3, sono stati acclamati dalla folla e ben voluti dalla giuria.

Si sono esibiti anche altri concorrenti estremamente brillanti, tra i quali il 1° Premio, Kevin Chen (18 anni, Canada), che è stato in grado di interpretare tutti i 12 “Studi Op. 10” di Chopin, (uno dopo l’altro) con un virtuosismo e al tempo stesso, una sensibilità, davvero sbalorditivi. In un certo senso, ha ricordato altri “mostri”, tra cui Danil Trifonov (31 anni), che vinse a sua volta il Premio, nel 2011, presentando i 12 “Studi Op.25”, del medesimo compositore. Si è presentato in finale con lo stesso Concerto di Cecino, interpretandolo in maniera differente -così è stato, secondo le giurie (tra i veri intenditori e l’audience)-. Un altro veramente straordinario è il georgiano Giorgi Gigashvili (22 anni) che, dopo aver ottenuto svariati posizionamenti di dimensione internazionale, è stato ricompensato con un 2° posto ed altri premi speciali, che ne fanno un pianista singolare. Come gran Concerto, ha scelto il 3° di Prokofiev, suonato con un virtuosismo tale, da poter essere paragonato a dei veri e propri titani della tastiera, tra i quali Denis Matsuev (riguardo a questa particolare esecuzione).

In conclusione, a distanza di un anno e mezzo dal “Concorso Internazionale Chopin”, il brand italiano “Fazioli” è tornato a dominare la scena di concorsi di tale portata, proponendo concorrenti di altissimo livello che, ancora una volta, testimoniano il pregio della cultura italiana, a 360 gradi.

Stefano Chiesa

News Reporter
Milano, 1990. Laureato magistrale e triennale in Filosofia ("Vita-Salute San Raffaele", 110/110, 2014) con un "Erasmus" di un anno presso l'Université "Paris 1/Panthéon-Sorbonne". Ho lavorato come articolista, content creator e intervistatore per "MilanoSud" (2021), "Melegnano Web TV" (2020/21) e "Aracne TV" (2020). Sono stato finalista premiato al premio "Nabokov" (dicembre 2021). Per ogni altra informazione (libri, critica musicale, conferenze tenute, riconoscimenti letterari), ecco il mio sito: "www.stefanochiesascrittore.it" Grazie :D
Follow by Email
Instagram