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Ho finalmente visto il film Oppenheimer di Nolan. Bello, come tutti i film del regista, ma non bellissimo.
La parte su Los Alamos poteva essere ridotta al solo test di Trinity. Il resto è confuso, impreciso e impressionistico. E allunga troppo il film.
Capisco che il cinema deve in qualche modo distinguersi dagli altri schermi, ma questi rumoracci che fanno tremare la sedia in sala non sono molto artistici.
Bella la delineazione del personaggio. Estremamente intelligente, raffinato, donnaiolo, ambizioso e in fondo buono.
Ottima la denuncia del maccartismo che ha infestato l’America degli anni ‘50, tanto che per ragioni personali si poteva rovinare la vita e la carriera di un uomo retto e che aveva fatto tanto per gli USA. Per fortuna c’è anche la nemesi, in cui Strauss il calunniatore la prende in saccoccia.
Buffa l’idea che Bohr e Einstein negli anni ‘40 potessero dare ancora un contributo ai conti, quando ormai non erano più in grado di contribuire fattivamente al progetto. La bomba l’ha fatta soprattutto Fermi, che è un po’ sacrificato. Oltretutto la bomba H finché Fermi dice che è impossibile non viene fatta. Viene progettata realmente solo quando Teller riesce a convincere Fermi.
Bella l’analogia fra Einstein e Oppenheimer. Entrambi hanno iniziato qualcosa, che poi è andata per conto suo, il primo la meccanica quantistica e il secondo la bomba.
Ottima l’idea di proporre adesso questo tema. Oggi infatti il controllo delle armi nucleari si fa più difficile per molte ragioni, fra cui soprattutto il fatto che fra USA e Russia si è aggiunta la Cina.
Oppenheimer dice a Truman che si sente le mani sporche di sangue. E il Presidente gli risponde che è stato lui a sganciarla sui giapponesi!

News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori. Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada. Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”. Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese. Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio. Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale. Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC). Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario. Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia". Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019). Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelBooks, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023. Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri. Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne.
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