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Homo Deus
In futili e preziose chimere, mi sveglio ogni giorno, e mi alzo,
Ignorando se là fuori mi attende il solstizio o l’equinozio.
È la mia abitudine di esigui anni ulteriori, e mi sento esanime ed esausto,
ma dovrò varcare nuovamente la soglia per vedere le strade.
Fin da bambino ho sempre immaginato che il portone principale di casa mia fosse come un buco nero che,
al varcarlo trasportasse in un’altra dimensione.
Mi è successo ogni giorno della mia vita e non è cambiato nulla
in quel posto dove sono sempre arrivato, come un finale indiscutibile.
Forse il mio destino, lontano dai libri delle diverse scienze,
mi ha reso prigioniero e schiavo dei miei piaceri e dei miei vizi?
I papiri delle Sacre Scritture affermano:
“Mangerai il pane con il sudore della tua fronte!”
Mi sento polvere, credendo di essere una massa d’argilla
odiato dal vasaio, gettato con furia dal firmamento
verso la Terra, e quindi così vivere e morire nel tentativo.
Ma l’uomo è il suo proprio Dio, e nonostante ciò ha creato dei e demoni,
credendo che dopo la morte lo attendesse il Paradiso o l’Inferno.
Siamo stati scacciati da quegli dei e demoni qui sulla Terra,
e la nostra abitudine quotidiana è portare la nostra pesante pietra,
come Sisifo punito da Zeus e, all’improvviso, non possiamo scappare da questa condanna eterna che non conosciamo, perché siamo stati condannati alla cieca.
Quel vasaio deve pentirsi di aver visto la sua creazione subire un’esecrazione profana.
Ma l’uomo è il suo proprio Dio, e ha sempre saputo avere la meglio
Sfruttando le sue molte entelechie di fronte alle disgrazie.

Homo Deus
En fútiles y preciadas quimeras, despierto cada día, y me pongo de pie,
Ignorando si allá afuera me espera el solsticio o equinoccio.
Es mi usanza de exiguos años ulteriores, y me siento exánime y extenuado,
pero tendré que atravesar de nuevo el umbral para ver las calles.
Siempre imaginé desde niño que la puerta principal de mi casa
era como un agujero negro que, al cruzar, te transportaba a otra dimensión.
Me ha pasado todos los días de mi vida, y no ha cambiado en nada
aquel lugar adonde siempre llegué, como un final incuestionable.
¿Acaso mi destino, alejado de libros de distintas ciencias,
me ha convertido en prisionero y esclavo de mis propios placeres y vicios?
Los papiros de las Sagradas Escrituras sentencian:
«¡Comerás el pan con el sudor de tu frente!».
Me siento convertido en polvo, al creer que fui una masa de arcilla
aborrecida por el alfarero, arrojado con furia desde el firmamento
hacia la Tierra, y así vivir y morir en el intento.
Pero el hombre es su propio Dios, y pese a ello ha creado dioses y demonios,
creyendo que después de la muerte le aguarda el Paraíso o el Infierno.
Hemos sido expulsados por esos dioses y demonios aquí en la Tierra,
y nuestra usanza de todos los días es cargar nuestra propia piedra pesada,
como Sísifo castigado por Zeus y, de pronto, no logramos huir de esta
eterna condena que no conocemos, porque fuimos sentenciados a ciegas.
Aquel alfarero debe lamentar al ver a su creación sufrir profana execración.
Pero el hombre es su propio Dios, y siempre ha sabido salir airoso,
basado en muchas de sus entelequias frente a sus desgracias.

La fine dei creatori
Esausti e angosciati, senza sapere dove andare,
dopo tanto camminare lungo questi sentieri incerti
alla ricerca di sogni impossibili nel futuro delle nostre vite,
siamo rimasti imprigionati nel luogo di sempre,
gridando per la nostra libertà, ma senza alcuna risposta.

Dove sono finiti i nostri creatori?
Solo il silenzio diviene perpetuo tra noi,
Non c’è paradiso né inferno che li espella dalle loro viscere,
loro vivono nelle nostre menti e nelle nostre anime afflitte,
reclamano quotidianamente per essere liberati da questo mondo tetro.

Dall’eccessivo clamore, dolore e sofferenza, i creatori
costruivano la loro apparizione inaspettata per essere giudicati tra la folla;
Non c’è stata pietà per l’abbandono di ciascun creatore,
in questo orfanotrofio di bugie, misteri e fantasie.

Noi che siamo stati creati da loro
siamo solo la prova della sua superbia,
esistiamo solo come personaggi condannati,
prosperiamo solo come segno della loro egomania.

Gli esseri umani hanno condannato Dio a dimorare eternamente in questo mondo.
Asterión condannò Borges a vivere eternamente nella sua casa,
Romeo e Giulietta condannarono Shakespeare a morire d’amore,
Augusto Pérez ha condannato Unamuno a diventare un personaggio imperituro,
Gregorio Samsa condannò Kafka a essere un insetto perpetuo e mostruoso,
Leopold Bloom condannò James Joyce a essere l’immortale Ulisse,
Emma Bovary condannò Gustavo Flaubert
ad una realtà eterna, monotona e noiosa,
La famiglia Buendía fu condannata a cento anni di solitudine e di non avere
una seconda possibilità sulla terra per Gabriel García Márquez,
Juan Pablo Castel ha condannato Ernesto Sábato a vivere nel tunnel
oscuro e sinistro che lo ha portato ad uccidere María Iribarne Hunter.

Tutti i creatori sono stati condannati per i loro personaggi,
Nessuno di loro poteva sfuggire a una frase così orribile.
Ancora una volta è arrivato il momento di alloggiare nelle viscere della solitudine e dell’abbandono,
i creatori condannati sono con le loro creazioni,
senza sapere dove andare dopo il giudizio finale.

El final de los creadores
Extenuados y acongojados, sin saber adónde ir,
luego de tanto andar por estas sendas inciertas
en busca de sueños imposibles en el porvenir de nuestras vidas,
hemos quedado aprisionados en el lugar de siempre,
clamando por nuestra libertad, pero sin respuesta alguna.

¿Adónde fueron nuestros creadores?
Solo el silencio se perpetúa entre nosotros,
no hay cielo ni infierno que los expulse desde sus entrañas,
ellos viven en nuestras mentes y nuestras afligidas almas,
los reclaman a diario para ser liberados de este tétrico mundo.

De tanto clamor, dolor y sufrimiento, los creadores
forjaban su inopinada aparición para ser juzgados entre la multitud;
no hubo misericordia por el abandono de cada creador,
en este orfanato de mentiras, misterios y fantasías.

Los que fuimos creados por ellos
tan solo somos una prueba de su altivez,
existimos tan solo como personajes condenados,
florecimos tan solo como muestra de su egolatría.

Los humanos condenaban a Dios a morar eternamente en este mundo.
Asterión condenó a Borges a vivir eternamente en su casa,
Romeo y Julieta condenaron a morir de amor a Shakespeare,
Augusto Pérez condenó a Unamuno a ser un imperecedero personaje,
Gregorio Samsa condenó a Kafka a ser un perpetuo y monstruoso insecto,
Leopold Bloom condenó a James Joyce a ser el inmortal Ulises,
Emma Bovary condenó a Gustavo Flaubert
a una sempiterna realidad monótona y aburrida,
la familia Buendía condenó a cien años de soledad y a no tener
una segunda oportunidad sobre la tierra a Gabriel García Márquez,
Juan Pablo Castel condenó a Ernesto Sábato a vivir en el túnel
oscuro y siniestro que lo llevó a asesinar a María Iribarne Hunter.

Todos los creadores fueron condenados por sus personajes,
ninguno de ellos pudo huir de tan espeluznante condena,
nuevamente tocaba alojarse en las entrañas de la soledad y del abandono,
creadores condenados con sus creaciones
sin saber adónde ir después del juicio final.

Critica poetica: La poesia di Jhonatan interpreta la vita e sembra a volte una poetica delle delusioni.
I testi proposti sono racconti poetici, in cui si può cogliere una chiave di lettura che porta a quella centralità dei disinganni identitari, che ritornano in parallelo, come quinte sceniche che dischiudono cambi di rotta. Di sicuro questa è una poesia che non corteggia il nostro tempo, ma fa appello all’origine per mettere in evidenza la croce dei creatori, dove ciascuno deve pagare un prezzo per la bellezza che crea.
Jhonatan è sicuramente un poeta complicato, che sfugge sistematicamente alle inquadrature, alle generazioni, alle definizioni. La sua poesia tuttavia, pur spesso complessa, ben sa descrivere le falsità della vita e disfare i falsi miti, percorrendo un cammino, seppur intimo, condivisibile.

di Yuleisy Cruz Lezcano

Jhonatan Adderly Ramirez Huerta
È nato ad Ancash, provincia di Antonio Raimondi, distretto di Chaccho (Perù), il 20 maggio 1989. Scrittore autodidatta, agente di polizia di professione, ha studiato Amministrazione, Finanza e Global Business.
Ha pubblicato il suo primo libro di poesie «Amores, olvidos y lamentos», (Apogeo 2017), e successivamente ha ricevuto i complimenti dell’Istituto Educativo Privato “Miguel Grau” – Puente Piedra con una Risoluzione Direttoriale N°001-2017.
Successivamente ha pubblicato «Confidencias en el tiempo» (Apogeo 2018- Brief Narrative). Le sue poesie compaiono nel libro «Abril in the Trees, Sample of Ibero-American Poetry» (Ángeles Del Papel Editores 2018) e nella rivista cilena Aquarellen. Il suo racconto «L’Ultima Mortaja» è stato pubblicato nel libro «PESADILLAS 2. Cuentos de terror en español y Quechua», (Apogeo 2018). Dal 2018 produce e dirige il programma Radiofonico e TV «Confidenze nel Tempo», uno spazio culturale, artistico, letterario e imprenditoriale, attraverso il segnale digitale di HCM Radio TV.
Nel 2019 è stato Addetto alle Relazioni Pubbliche presso la Rivista “La Voz Ausente”, rivista di carattere sociale, politico e culturale. Pubblica il libro «Eclipse Otoñal» (Ángeles Del Papel Editores – Poesía – 2019) e il libro «El Dandi de la Noche» (Editorial Apogeo – Cuentos 2019). Nello stesso anno è stato riconosciuto con un diploma d’onore dalla «Società Civile – Semina Valori», come scrittore per il suo eccellente lavoro svolto nella pratica dei valori, nell’arte letteraria e nella difesa dei diritti umani, rafforzando così la società peruviana.
Nel 2020, la sua storia intitolata «Dédalo» è stata selezionata come vincitrice dalla rivista digitale «Rugidos Disidentes» del paese della Colombia per essere pubblicata sulla sua pagina principale. Nello stesso anno, il suo racconto «L’altra faccia del Santuario» è stato selezionato dalla rivista letteraria messicana Ibídem per la sua 13ª edizione e dalla rivista letteraria indipendente messicana Unión «José Revueltas» nel la sua edizione N°07.
Nel 2021 è stato semifinalista al III Concorso di poesia “José María Gahona” con la sua poesia «Homo Deus». Nello stesso anno è stato uno dei vincitori del «Call for Qillqa Horror Stories», con il suo racconto «La sinfonia degli assenti».
È stato intervistato in diversi media digitali nazionali e internazionali.
Ha partecipato a diverse fiere del libro virtuali a livello internazionale attraverso il Collettivo Culturale Internazionale «Mosaicos y Letras». Gestisce il suo blog e canale di arte, cultura e letteratura: «JARH y Confidencias en el Tiempo». Attualmente ha un libro di racconti che sarà presto pubblicato, e sta anche scrivendo il suo nuovo libro di poesie e un altro di racconti.

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