Ogni tanto vale la pena tornare al capolavoro di Lorenz, Il cosiddetto male.
Forse le sue analisi etologiche sono ormai datate, ma la tesi di fondo è semplice e profonda.
Questo libro resta l’unica seria forma di teodicea.
Il cosiddetto male, cioè l’aggressività, è almeno in parte il frutto della filogenesi. Ovvero noi ci portiamo dietro dei pool di geni che in certi contesti sono stati vincenti rispetto alla fitness, violenza, desiderio di sopraffare, sadismo ecc., ma che adesso provocano danni.
Se il processo di self-domestication è veramente in atto, allora un po’ alla volta, fra qualche millennio, saremo molto più affrancati da questa scomoda eredità genetica.
La self-domestication sarebbe il fatto che nelle società più mature gli individui più violenti vengono di solito emarginati e fanno meno figli.
Resta il fatto che ogni volta che si subisce un’ingiustizia – e capita spesso – tutti ne riceviamo e ne compiamo, c’è una sorta di consolazione spinoziana nel sapere che tutto ciò dipende almeno in parte dalla nostra filogenesi.
Il libro è tradotto in italiano con un titolo molto più brutto, L’aggressività.