Il Gattopardo

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A breve uscirà un lavoro molto bello sul romanzo “Il Gattopardo” di Tomasi Di Lampedusa, su cui non voglio anticipare nulla. Un romanzo, questo, che ha avuto una vicenda editoriale controversa, in cui ebbe un ruolo decisivo Vittorini, allora direttore della collana I gettoni per Einaudi. Un rifiuto, gentile ma assertivo, poi prevalse il destino: il romanzo doveva essere una sorta di memoriale sulla nobiltà siciliana, un racconto lungo, conosce rimaneggiamenti, pentimenti, sulla scia dell’andamento umorale di Tomasi, “mauvaise caractere”, come ebbe a dirne l’amico Piccolo, che cambiava continuamente, assecondando il labile equilibrio delle stagioni siciliane, volubilmente divise tra improvvisi caldi africani e freddi taglienti. Finalmente, in quella calda stanza di via Dante N. 15, a Palermo, Tomasi detta i capitoli finali all’amico Orlando, alacre e fedele nel supportare e sopportare il caldo e la fatica. È quasi incredibile che la principale lente critica di interpretrazione abbia deformato l’opera sotto la categoria di gattopardismo, immobilismo. Sin dalla prime battute, è un tripudio di sensi, un movimento vorticoso che investe tutto e tutti, dirigendo il tempo e lo spazio in una dialettica serratissima che toglie il fiato. L’amore esiste come contraltare alla morte e viceversa, e anche l’erotismo che si sprigiona dai corpi educati ai rituali di corteggiamento, alle costrizioni di “casta”, ai doveri sociali. Memorabile la notte passata da Tancredi e Angelica dentro il palazzo avito ad annusarsi, immaginarsi, desiderarsi. L”erotismo è come in Bataille, “infrazione alla regola dei divieti”. Rimane sempre, teso, come una corda pronta a scoccare, ma non si consuma. In perenne dialettica con la morte, l’annullamento, l’abisso. Abilissimo nel tratteggiare il desiderio, Tomasi rappresenta un mondo dove il piacere femminile era precluso e vissuto come peccato, (Don Fabrizio cerca un piacere “animale” nella prostituta Mariannina, mentre la moglie prega e scongiura mentre raggiunge il piacere). Malinconia, fulgore, estenuazione dei sensi, tutto concorre a fare di questo libro molto più che l’epopea declinante dell’aristocrazia siciliana.

News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori. Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada. Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”. Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese. Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio. Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale. Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC). Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario. Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia". Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019). Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelBooks, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023. Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri. Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne.
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