LA ZONA D’INTERESSE

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È possibile narrare, rappresentare ancora una volta, senza ricadere nel già detto, l’orrore, questo tipo di orrore? Jonathan Glazer ci riesce egregiamente nel film La zona di interesse, applicando il potente dispositivo dell’immaginazione, dove ciò che è oltre la “siepe” ha già un nome, una storia che sappiamo. Non vedi ma ascolti urla, strepiti e suoni metallici. L’ingegneria del suono è perfetta. Tutto è costruito affinché tu sia costretto a straniarti, fino a indossare il punto di vista dei carnefici senza, tuttavia, potere entrare dentro quel pensiero, in una lotta assidua contro l’istinto di empatizzare col punto di vista dominante. È un grande film sulla normalizzazione dell’orrore, che ci riguarda tutti, mentre timbriamo il cartellino della normalità e in un’altra parte del mondo “lontana” cadono bombe e muoiono bambini. Forse anche nella mia vita c’e una porzione di schermo, l’ho letto come una possibilità di riflessione, condensata nella potentissima scena finale che per me è la vera chiave di lettura. Una sferzata sulla saturazione della memoria che come dice la grande Aleida Assmann è la seconda faccia della medaglia delle commemorazioni, delle giornate dedicate, della calendarizzazione del dolore. Fermiamoci un attimo, cosa ci stiamo raccontando “nella giornata dedicata a”. Che tipo di memoria attiviamo? È una memoria funzionale, un archivio, una rielaborazione del trauma o è il selfie che il quindicenne si fa davanti Auschwitz per postarlo su instagram? Fatevi questo regalo e vedetelo.

News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori. Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada. Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”. Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese. Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio. Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale. Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC). Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario. Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia". Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019). Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelBooks, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023. Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri. Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne.
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