Prima o poi l’amore arriva

Prima o poi l’amore arriva

Giugno 20, 2025

Di gran lunga il peggior libro del mio 2025 e uno dei peggiori della mia esperienza di lettore.

Stimo molto Benni e porto nel cuore diverse sue opere; questa raccolta di poesie (pubblicata nell’81)
mi ha lasciato invece freddissimo.
Liriche insipide. Mediocri. Povere sia sul piano contenutistico che stilistico. In alcuni casi ho avuto addirittura l’impressione di trovarmi di fronte a un goffo esperimento letterario tentato da un ragazzino svogliato e poco ispirato. Soltanto l’affetto per l’autore e la mia malsana abitudine di portare (quasi) sempre a termine un libro mi hanno dato la forza necessaria a spingermi fino a pagina 134. Copio e incollo una micropoesia di Benni che rende bene lo spirito e i pregi di “Prima o poi l’amore arriva”.

Paesaggio alpestre

In mezzo al gregge
c’è una pecora nera
che fa le scoregge

LA VOGLIA DEI…

LA VOGLIA DEI…

Giugno 12, 2025

La mia lettura della settimana

La voglia dei ca**i e altri fabliaux medievali di AA.VV. (a cura di Alessandro Barbero)

Piacevolissima immersione nella letteratura orale (in senso buono) con i fabliaux medievali, tradotti in modo superbo dal Magister Barbero. Storie boccaccesche – mariti cornuti, mogli insaziabili, preti lussuriosi e beffe crudeli – in venti narrazioni meravigliosamente impudiche. Barbero ha scelto di tradurre i versi in prosa al fine di sgravare le storie dalle pastoie della metrica e dalle ripetizioni che costellano i testi originali (in rima baciata). Esperimento coraggioso e riuscitissimo, in quanto preserva lo spirito dei racconti orali, presentandoli però al lettore moderno in una veste più agile e fruibile.

“Il tempo che non c’è” di Osvaldo Pasello

Giugno 10, 2025

Osvaldo Pasello ha lavorato da sempre nella scuola. Prima come docente di Lettere all’ITCGS “Maddalena” di Adria (Ro) e poi come Dirigente Scolastico in vari Istituti, del I e II ciclo, della provincia di Rovigo. È stato formatore di docenti e ha…

Omicidio in famiglia

Omicidio in famiglia

Giugno 5, 2025

I primi due romanzi di Cara Hunter mi erano piaciuti tantissimo; così, non ho esitato neppure un secondo ad acquistare il terzo, malgrado le numerose recensioni negative scovate in rete.
È la sua struttura atipica ad aver indispettito la maggior parte dei lettori: alla Hunter viene rimproverato soprattutto il fatto di aver raccontato la vicenda sotto forma di “sceneggiatura” (come aveva fatto Stephen King nella “Tempesta del secolo”).
Il motivo del mio scarso gradimento non è legato tanto alla rinuncia alla “forma romanzo” – ho trovato, al contrario, molto stimolante l’idea di raccontare un cold case attraverso le puntate di una trasmissione televisiva di “true crime” – quanto piuttosto alla sensazione dilagante di noia che mi ha afflitto per molte pagine.
Le dinamiche fra i sei “esperti” (protagonisti della serie “true crime” chiamata a far luce sulla fine misteriosa di Luke Ryder) mi sono sembrate abbastanza insipide e gli stessi colpi di scena – che nelle intenzioni dell’autrice avrebbero dovuto infiammare la trama – sono in realtà fuocherelli che mandano tanto fumo e scaldano poco l’animo del lettore.
Un esperimento narrativo coraggioso ma (almeno a mio parere) non riuscito fino in fondo.
Una sufficienza stiracchiata (dettata forse più dalla mia stima per l’autrice che non dai meriti dell’opera).
Se cercate un thriller mozzafiato… statene alla larga!

LA FINE È NOTA

LA FINE È NOTA

Maggio 31, 2025

Incuriosito dalle parole di elogio spese da Leonardo Sciascia e dal tam-tam mediatico (è uno dei libri più citati tra gli appassionati di gialli del web), mi sono lasciato ingolosire.
Nel primo capitolo un uomo si butta all’improvviso dalla finestra dandosi la morte… e l’autore, raccontandone la vicenda a ritroso, gioca a rimpiattino col lettore fino all’incredibile finale (unico vero punto di forza del romanzo).
Secondo il passaparola dei lettori questo libro avrebbe uno dei finali più spiazzanti di sempre (verissimo), una sapiente costruzione narrativa per flashback e rivelazioni successive (vero) e sarebbe anche uno dei migliori esempi di narrativa gialla… uhm, su questo non sono molto d’accordo.
A lettura conclusa, non posso certo affermare che “La fine è nota” mi abbia entusiasmato.
Prosa sciatta, dialoghi un po’ stucchevoli, ritmo compassato… almeno questa volta, il passaparola e l’Illustre Investitura non hanno funzionato: esistono gialli di gran lunga migliori!
Mi sentirei di consigliarlo solo agli ultras del finale a sorpresa.

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