NELLA TERRA DEI PESCHI IN FIORE

NELLA TERRA DEI PESCHI IN FIORE

Luglio 4, 2022

Cina,1938. La guerra contro i giapponesi le ha già portato via il marito, e adesso rischia di toglierle tutto. Meilin capisce che non ha altra scelta se non quella di scappare per poter salvare suo figlio Renshu. Unico ricordo e legame che si porta dietro è un prezioso rotolo di seta su cui sono illustrate fiabe e leggende tradizionali cinesi. Sarà grazie a quel rotolo che sopravvivranno. Prima con ls@forza delle storie raffigurate, che Meilin racconta a suo figlio nei momenti più difficili e poi perché sarà la moneta di scambio per procurare loro i biglietti per Taiwan. Storie che saranno il loro filo rosso anche quando quel rotolo non ci sarà più, anche quando ormai Renshu sarà cittadino americano e troverà finalmente il coraggio di condividere quel pezzo di storia con sua figlia. “Tre generazioni di una famiglia alla ricerca di un luogo da poter chiamare casa.
“Questa storia porta dentro di sè diverse tematiche: la guerra, la disperazione di chi fugge e perde tutto. Le proprie origini, chi per farsi scudo le porta avanti senza accettare il nuovo paese in cui vive e chi in qualche modo vede quelle origini come un difetto cercando di nasconderle. L’identità culturale in cui si riconoscono le nuove generazioni, figli di matrimoni “misti”. E poi il ritorno a casa, quel ritorno in cui inconsciamente cerchi tutti i luoghi della tua infanzia e il rendersi conto che insieme a te sono cambiate anche quelle strade.
“Ripensa alla versione di sua madre della Terra dei peschi in fiore. Per anni ha pensato che lei gli avesse riferito una versione incompleta, derubandolo in qualche misura dell’intero racconto. Ma oggi si rende conto che non è così. Forse sua madre non gli ha raccontato questa storia in modo sbagliato; forse gli ha raccontato una storia diversa. L’originale è una tragedia. Il vecchio pescatore di Wulin stringe il suo sogno tra le mani ma lo perde. E non importa quanto disperatamente lui o gli altri tentino di recuperarlo, nessuno lo trova mai più. Nella versione di Meilin, una volta arrivato, il pescatore rimane. Impara a lasciarsi alle spalle ciò che si è lasciato alle spalle. Meilin non ha mai voluto che questa storia fosse una tragedia; voleva solo che avesse un finale. La favola si chiude quando non c’è più nulla da desiderare. Quando non si vuole più nulla. Quando c’è solo la pienezza della fioritura, la carezza del vento, un cielo di un azzurro gioioso. Questo giorno. Questo momento. Questa terra di peschi in fiore.”

INTERVISTA A VERONICA PAREDES, poetessa e scrittrice di prestigio internazionale

INTERVISTA A VERONICA PAREDES, poetessa e scrittrice di prestigio internazionale

Luglio 3, 2022

– Qual è il valore che assumono, per te, la realtà ecuadoriana ed italiana? Come nasce, a partire da ciò, la tua produzione? Sono venuta in Italia a 20 anni, lasciando mia figlia piccola, in Ecuador. Conosco benissimo entrambe le realtà: ho…

“Amore Amaro”- L’esordio del pugliese Piero Meli

“Amore Amaro”- L’esordio del pugliese Piero Meli

Giugno 30, 2022

“AmoreAmaro” è un’antologia di racconti sentimentali struggenti e contemporanei a cura de “Il tizio dell’alba”.
Non si tratta di storie in rosa, ma di resoconti di vita vissuta: amori interrotti, negati o protratti per effetto della precarietà dell’esistenza, influenzati dall’immediatezza dei social e dalla rapidità delle comunicazioni chat. “Sentimenti liquidi all’epoca di whatsapp” per dirla alla maniera del sociologo Zygmunt Bauman, teorico della comporaneità, che per primo descrisse la difficoltà di mettere radici in una società in continua evoluzione

INTERVISTA AD ALBERTO OCCHIPINTI: Il Romanticismo attraverso il pianoforte di Chopin e Liszt

INTERVISTA AD ALBERTO OCCHIPINTI: Il Romanticismo attraverso il pianoforte di Chopin e Liszt

Giugno 30, 2022

– Cosa pensi possa fare la differenza, per essere un vero pianista? Diversi fattori, complementari l’uno con l’altro. Un “pianista” che meriti questo appellativo necessita una base tecnica solida: un vero artista è tale, in quanto capace di padroneggiare lo strumento. Interviene,…

Cosmetica del nemico

Cosmetica del nemico

Giugno 29, 2022

“Io credo nel nemico. Credo nel nemico perché, tutti i giorni e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino. Il nemico è quello che dall’interno distrugge tutto ciò che vale. È quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello che, in un giorno perfetto, troverà un’ottima ragione per torturati. È quello che ti ispirerà il disgusto di te stesso. È quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza.”.

Un romanzo che si sviluppa in un dialogo serrato che tiene il lettore incollato, grazie allo stile crudo di Amélie Nothombe che arricchisce la scrittura anche con citazioni filosofiche e retoriche.
Nell’andare avanti con il dialogo si ha la sensazione che entrambi i personaggi hanno sia torto che ragione.
La Nothomb fa capire al lettore che il nostro più grande nemico è quasi sempre un opposto che abbiamo negato e che è rimasto in silenzio per troppo tempo dentro di noi.
È il primo libro che leggo di Amélie Nothomb, strano, molto strano, ma impossibile non riflettere sul proprio io e sul nemico che ognuno di noi porta dentro. Ne leggerò sicuramente altri e questo lo consiglio!

INTERVISTA A GIOVANNA BASILE, pianista virtuosa e scrittrice

INTERVISTA A GIOVANNA BASILE, pianista virtuosa e scrittrice

Giugno 26, 2022

– Perché includi nei tuoi repertori prevalentemente Liszt (“Dante Sonata”, “Studi da Concerto” e “Rapsodia Spagnola”)? Liszt è il mio autore preferito, insieme a Bach. Amo Liszt perché lo sento molto vicino alla mia personalità e sensibilità artistico-musicale. Si esprime con un…

Verso il paradiso

Verso il paradiso

Giugno 21, 2022

Ho appena finito di leggere questo libro che mi ha tenuto compagnia per dieci giorni. Non so quanto faccia bene leggere un romanzo che racconta di pandemie ma è stata una coincidenza non voluta.
Anche in questo caso Hanya Yanagihara non delude, non delude la sua scrittura scorrevole che tiene incollati nonostante le 764 pagine.
“Un romanzo distopico diviso in tre libri. Il primo libro è ambientato in una New York alternativa dell’America del 1893. New York fa parte degli Stati Liberi, dove le persone possono vivere e amare chi vogliono (o perlomeno l’apparenza è così). Il fragile rampollo di una famiglia illustre rifiuta un matrimonio combinato con un segno corteggiatore, attratto da un affascinante insegnante di musica senza mezzi.
In una Manhattan del 1993 assediata dall’epidemia di AIDS, un giovane hawaiano vive col partner molto più anziano e ricco di lui, nascondendo la sua infanzia e il destino di suo padre.
Poi arriviamo al 2093, in un mondo lacerato da pestilenze e governato da un regime totalitario, la nipote di un potente scienziato cerca di affrontare la vita senza di lui e di capire le sparizioni di suo marito.”Tre libri ambientati in tre epoche diverse, ma unite da temi ricorrenti che si approfondiscono col proseguire delle pagine: una residenza a Washington Square Park nel Greenwich Village; malattie e cure costosissime; ricchezza e squallore; la razza; definizione di famiglia e nazionalità; il desiderio di trovare il proprio posto in un paradiso terrestre.
Un romanzo distopico che tratta temi straordinariamente vicini a noi, disastri ambientali, emigrazione, pandemia, e la guerra quella dei poveri, che dividono i cittadini tra quelli che credono che tutto sia parte di un grande piano per poter controllare la popolazione mondiale e gli scienziati sono visti come complici di questo disastro, e chi crede che le misure contenitive, anche se pesanti, sono giuste per poter combattere una cosa di cui non ha colpa nessuno. La Yanagihara dopo avermi distrutto emotivamente con “una vita come tante”, riesce a conquistarmi anche con questo nuovo romanzo. Una lettura non leggera ma essenziale.

INTERVISTA A MARIA PIA GAROFALO, Cantante lirica: la più giovane direttrice artistica d’Italia

INTERVISTA A MARIA PIA GAROFALO, Cantante lirica: la più giovane direttrice artistica d’Italia

Giugno 20, 2022

– Come e quando nasce la tua vocazione per il canto? La mia vocazione per il canto nasce da bambina, come ho sempre detto anche in altre interviste che mi sono state rivolte in questi anni. Ero una bambina molto timida, parlavo…

Poesia e guerra. Il poeta siciliano Vincenzo Calí omaggia l’Ucraina con 5 poesie di dolente bellezza

Poesia e guerra. Il poeta siciliano Vincenzo Calí omaggia l’Ucraina con 5 poesie di dolente bellezza

Giugno 17, 2022

La memoria storica della letteratura che l’Ucraina ha dato vita nel corso dei secoli e la memoria storica delle sue varie lingue si sono fuse oggi in una coscienza nazionale che ha dimostrato e continua a dimostrare più che mai in questo tragico momento storico, la solidità, la compatezza, la tenacia e la determinazione dei suoi portatori. Il poeta siciliano Vincenzo Calí, vincitore di prestigiosi premi letterari, omaggia l’Ucraina e il popolo degli ucraini con cinque poesie che vogliono sottolineare lo spirito mai domo di un popolo aggredito e martoriato sulla strada del raggiungimento e consolidamento della giusta fierezza della propria memoria storica e linguistica.

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