LA ZONA D’INTERESSE

LA ZONA D’INTERESSE

Marzo 7, 2024

È possibile narrare, rappresentare ancora una volta, senza ricadere nel già detto, l’orrore, questo tipo di orrore? Jonathan Glazer ci riesce egregiamente nel film La zona di interesse, applicando il potente dispositivo dell’immaginazione, dove ciò che è oltre la “siepe” ha già un nome, una storia che sappiamo. Non vedi ma ascolti urla, strepiti e suoni metallici. L’ingegneria del suono è perfetta. Tutto è costruito affinché tu sia costretto a straniarti, fino a indossare il punto di vista dei carnefici senza, tuttavia, potere entrare dentro quel pensiero, in una lotta assidua contro l’istinto di empatizzare col punto di vista dominante. È un grande film sulla normalizzazione dell’orrore, che ci riguarda tutti, mentre timbriamo il cartellino della normalità e in un’altra parte del mondo “lontana” cadono bombe e muoiono bambini. Forse anche nella mia vita c’e una porzione di schermo, l’ho letto come una possibilità di riflessione, condensata nella potentissima scena finale che per me è la vera chiave di lettura. Una sferzata sulla saturazione della memoria che come dice la grande Aleida Assmann è la seconda faccia della medaglia delle commemorazioni, delle giornate dedicate, della calendarizzazione del dolore. Fermiamoci un attimo, cosa ci stiamo raccontando “nella giornata dedicata a”. Che tipo di memoria attiviamo? È una memoria funzionale, un archivio, una rielaborazione del trauma o è il selfie che il quindicenne si fa davanti Auschwitz per postarlo su instagram? Fatevi questo regalo e vedetelo.

QUANDO FIORISCONO I GIGLI – traduzione di Angela Kosta

Marzo 2, 2024

(KUR ÇELIN ZAMBAKËT, titolo originale in albanese) Sulle note di questi delicati gigli rossi su sfondo nero, la scrittrice e traduttrice albanese, Angela Kosta, ci presenta quest’opera dell’autore albanese originario di Valona, lo scrittore e poeta Eqerem Canaj. L’opera è stata di…

UN’ODISSEA. UN PADRE, UN FIGLIO E UN’EPOPEA di Daniel Mendelsohn

Febbraio 29, 2024

La trama di questo romanzo è, di per sé, esile: l’autore, classicista e docente in un college americano, acconsente alla richiesta del padre, matematico ottantunenne, di poter partecipare al seminario sull’Odissea insieme ai normali studenti. Nel corso del semestre, parallelamente allo studio…

Il Gattopardo

Il Gattopardo

Febbraio 27, 2024

A breve uscirà un lavoro molto bello sul romanzo “Il Gattopardo” di Tomasi Di Lampedusa, su cui non voglio anticipare nulla. Un romanzo, questo, che ha avuto una vicenda editoriale controversa, in cui ebbe un ruolo decisivo Vittorini, allora direttore della collana I gettoni per Einaudi. Un rifiuto, gentile ma assertivo, poi prevalse il destino: il romanzo doveva essere una sorta di memoriale sulla nobiltà siciliana, un racconto lungo, conosce rimaneggiamenti, pentimenti, sulla scia dell’andamento umorale di Tomasi, “mauvaise caractere”, come ebbe a dirne l’amico Piccolo, che cambiava continuamente, assecondando il labile equilibrio delle stagioni siciliane, volubilmente divise tra improvvisi caldi africani e freddi taglienti. Finalmente, in quella calda stanza di via Dante N. 15, a Palermo, Tomasi detta i capitoli finali all’amico Orlando, alacre e fedele nel supportare e sopportare il caldo e la fatica. È quasi incredibile che la principale lente critica di interpretrazione abbia deformato l’opera sotto la categoria di gattopardismo, immobilismo. Sin dalla prime battute, è un tripudio di sensi, un movimento vorticoso che investe tutto e tutti, dirigendo il tempo e lo spazio in una dialettica serratissima che toglie il fiato. L’amore esiste come contraltare alla morte e viceversa, e anche l’erotismo che si sprigiona dai corpi educati ai rituali di corteggiamento, alle costrizioni di “casta”, ai doveri sociali. Memorabile la notte passata da Tancredi e Angelica dentro il palazzo avito ad annusarsi, immaginarsi, desiderarsi. L”erotismo è come in Bataille, “infrazione alla regola dei divieti”. Rimane sempre, teso, come una corda pronta a scoccare, ma non si consuma. In perenne dialettica con la morte, l’annullamento, l’abisso. Abilissimo nel tratteggiare il desiderio, Tomasi rappresenta un mondo dove il piacere femminile era precluso e vissuto come peccato, (Don Fabrizio cerca un piacere “animale” nella prostituta Mariannina, mentre la moglie prega e scongiura mentre raggiunge il piacere). Malinconia, fulgore, estenuazione dei sensi, tutto concorre a fare di questo libro molto più che l’epopea declinante dell’aristocrazia siciliana.

Follow by Email
Instagram