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Novembre 10, 2022

“Se un libro poteva essere questo, se un romanzo poteva fare questo al tuo cuore, alla tua mente e ai tuoi sentimenti più profondi sul mondo”.
Archie Ferguson mi mancherai, chiunque tu sia. 939 pagine; quattro libri, quattro versioni, quattro destini.
Un capolavoro della letteratura contemporanea, di quel genio di Paul Auster.

Shakespeare and Company

Shakespeare and Company

Novembre 7, 2022

“Udii una vociona profonda gridare “Sylvia!” e tutti nella strada ripresero il grido. “È Hemingway! È Hemingway!” gridò Adrienne. Volai giù per le scale, finii addosso a Hemingway che mi tirò su prendendomi sotto le ascelle, mi fece girare in aria e mi baciò fra gli applausi della gente per strada e alle finestre.” Shakespeare and Company, il nome della libreria che l’americana Sylvia Beach aprì sulla rive gauche parigina nel 1919, una libreria americana a Parigi. Erano gli anni del proibizionismo americano e la vita a Parigi era facile.
Shakespeare and Company divenne un rifugio per tutti gli scrittori residenti lì o di passaggio, ma soprattutto è famosa per la sua pubblicazione dell’Ulysses di James Joyce. Sylvia Beach si improvvisò editrice, riconoscendo il valore dell’opera, nonostante all’epoca venisse considerata scandalosa.
Questa donna minuta, sportiva e naturalmente elegante, apparentemente fragile e invece dotata di una volontà e determinazione inflessibili, realizzò quella che sembrava a tutti un’impresa.
Mi sono innamorato di Shakespeare and Company, e della sua proprietaria. Mi mancherà, non capita tutti i giorni di vivere 266 pagine di vita parigina, all’interno di una bellissima libreria, in compagnia di scrittori, che abbiamo studiato sui libri di scuola, e insieme a lei, Sylvia Beach!

Il racconto dell’ancella

Il racconto dell’ancella

Novembre 4, 2022

“Nolite te bastardes carborundorum” (non lasciare che i bastardi ti schiaccino).
Un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti ormai sono uno Stato totalitario basato sul controllo del corpo femminile. Un regime fondato sullo sfruttamento delle cosiddette “ancelle”, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Un romanzo distopico basato sulla sottomissione della donna, sulla perdita di qualsiasi tipo di personalità o indipendenza ridotta a un semplice “forno” per procreare.
Era da quando avevo letto Fahrenheit 451, che un libro non mi lasciava addosso questo senso di…inquietudine. Non vedo l’ora di leggere il seguito!

L’amica geniale

L’amica geniale

Ottobre 29, 2022

“Erano scarpe Cerullo per uomo. Non il modello in vendita, non quello con la fibbia dorata. Marcello aveva ai piedi le scarpe acquistate tempo prima da Stefano, suo marito. Era il paio che lei aveva realizzato insieme a Rino facendo e disfacendo per mesi, rovinandosi le mani.”

Ovviamente ancor prima di aver finito questo avevo tra le mani già il secondo volume! La storia di un’amicizia femminile, di un’epoca e della bellissima Napoli dagli anni cinquanta ad oggi.

Storia della bambina perduta

Storia della bambina perduta

Ottobre 26, 2022

“Sono salita in ascensore, mi sono chiusa nel mio appartamento. Ho esaminato le sue bambole con cura, ne ho sentito l’odore di muffa, le ho disposte contro i dorsi dei miei libri. Nel constatare che erano povere e brutte mi sono sentita confusa. A differenza che nei racconti, la vita vera, quando è passata, si sporge non sulla chiarezza ma sull’oscurità. Ho pensato: ora che Lila si è fatta vedere così nitidamente, devo rassegnarmi a non vederla più.”
Arrivato alla conclusione di questa bellissima storia di un’amicizia “geniale”.
Inutile dire che mi mancano già, Elena Greco e Raffaella Cerullo, mi manca Napoli e Pasquale e Antonio, Pietro, Tina, Imma, e tutti i personaggi che mi hanno accompagnato tra i rioni di Napoli in queste due settimane. Ma soprattutto mi manca l’amicizia stimolante tra Lina e Lenù.

Il Cardellino

Il Cardellino

Ottobre 23, 2022

“Qualunque cosa ci insegni a parlare con noi stessi è importante: qualunque cosa ci insegni a cullarci fino a uscire dalla disperazione. (…) sento di avere qualcosa di molto serio e urgente da dirti, mio inesistente lettore, e sento che devo dirtelo immediatamente come se ci trovassimo nella stessa stanza. Che la vita, qualunque cosa sia, è breve. Che il destino è crudele ma forse non casuale. Che la Natura (intesa come morte) vince sempre, ma questo non significa che dobbiamo inchinarci e prostrarci al suo cospetto. Che forse anche se non siamo sempre contenti di essere qui, è nostro compito immergerci comunque: entrarci e attraversare questa fogna, con gli occhi e il cuore ben aperti. E nel pieno del nostro morire, mentre ci eleviamo al di sopra dell’organico solo per tornare vigorosamente a sprofondarvi, è un onore e un privilegio amare ciò che la Morte non tocca. Perché se disastro e oblio hanno inseguito il quadro attraverso il tempo- così ha fatto l’amore.”

Theo Decker ha tredici anni quando perde sua mamma, uccisa da una bomba *esplosa* al Metropolitan Museum. Da quel momento Theo non si libererà mai del senso di colpa nei confronti della madre non riuscendo più a colmare quel vuoto che solo lei sapeva riempiere. Verrà prima affidato a una famiglia benestante di New York, genitori di un suo amico e in seguito ricomparirà quel padre, alcolizzato e biscazziere, che lo aveva abbandonato da bambino, portandolo con se a Las Vegas. In questo marasma di cambiamenti e affetti incostanti e in questa sensazione di abbandono, l’unica costante di Theo rimarrà il quadro del Cardellino, di Carel Fabritius, amatissimo da sua madre.
Cosa si può dire di un libro che per te è un capolavoro dalla prima all’ultima pagina? Tanto e allo stesso modo poco. Perché le tematiche toccate sono molteplici, la scrittura a volte incalzante come in un thriller, a volte più lenta e “riflessiva” sul senso *del* bene e *del* male, *del* bello e *del* brutto, di questa “fogna in cui veniamo lanciati che chiamano vita”.
E poi la conclusione…è pura filosofia. Ho amato tanto Theo quanto la sua storia e mi mancheranno entrambi. Quasi 900 pagine e non sentirle.

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