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La poesia evolutiva è diversa da qualunque altra poetica. Chi la scrive, quando finisce non è più la stessa persona, e quando la porta agli altri, cambia ancora. Inoltre, chi legge, anche se non cambia la propria opinione, incomincia a considerare nuove idee. Questo tipo di poesia lavora sia sul micro, sia sul macro, è un vero e proprio laboratorio esperienziale, crea consapevolezza, agisce a livello personale e collettivo.

Questa poesia è come un’erba sacra di infusi, traccia un percorso mentale e chiama a interagire tramite la parola.

Il poeta non solo scrive, ma va verso le persone, partecipa e dà spazio per partecipare, affinché le persone sentano le parole sulle loro corde. Il poeta si spoglia di ogni protagonismo e cede una parte di sé all’altro, crea una sorta di gioco che accompagna la Personalità a mutare per aiutare l’Anima ad evolvere.

La poesia evolutiva però, deve rispettare i tempi dei partecipanti, che non si devono forzare in letture finché non si sentono pronti: la poesia evolutiva deve rispettare i tratti del carattere che emergono dai presenti tramite la gestualità, deve seguire la via dolce dei ritmi personali e in base a questi aspetti definire le regole del gioco. Un gioco che diviene impegnativo quando le persone che si hanno davanti non si conoscono e si incontrano per la prima volta. In questo caso bisogna alleggerire l’impatto.

Il poeta non solo deve dominare il proprio ruolo di poeta, ma deve andare oltre i fogli e i libri scritti, per osservare le reazioni emotive di chi ha davanti.

Questa esperienza pone il poeta anche come osservatore. Il suo input è volto a creare coscienza, pertanto l’azione assume lo stesso livello di importanza della reazione. Non esiste poesia evolutiva se non è in grado di creare un feedback o flusso di energia, che si sposta da una parte all’altra.

La poesia evolutiva è “azione”: ogni persona presente che ascolta diviene attore attivo o passivo. La cosa ideale è che ci sia una persona al di fuori che registri i vari livelli emotivi che le parole creano, così da fare alla fine dell’incontro un resoconto; così ciascuno si rivede e ha modo di esprimere ancora quello che ha visto in sé stesso.

La poesia evolutiva non è finita sul foglio, ma si riscrive e si amplia ogni volta che crea in un gruppo di persone condivisione, partecipazione, consapevolezza.

Nel contesto della co-partecipazione attiva, il poeta può, se coglie il coinvolgimento dei presenti, fare scegliere ai partecipanti una parola della poesia letta, e chiedere se tale parola ha il valore aggiunto di fare ricordare una canzone o una sensazione.

Può chiedere inoltre se la parola richiama un altro pensiero, così farebbe emergere un punto di contatto interiore tra il vissuto e la parola scelta.

Questa esperienza, seppur breve, può essere utile e svela nell’immediato il livello energetico delle persone che interagiscono fra loro, creando un’eventuale sintonia, che porta l’energia interscambiata a un livello superiore.

Potrebbe capitare che di colpo quello che il poeta coglie nei partecipanti, sia percepito anche dai partecipanti.

Così come potrebbe succedere che le intuizioni possano afferrare il poeta, non appena entra in un contatto più profondo con i presenti, e che forniscano a lui elementi non solo sulle persone che ha davanti, ma anche e soprattutto su di lui… e viceversa, lo stesso potrebbe accadere ai partecipanti.

L’interazione però, può rivelare anche incompatibilità. La cosa importante è dare ascolto alle intuizioni. Solo l’affinità sentita può canalizzare l’energia verso un livello superiore.

Voi direte… a cosa serve questa energia?

-Serve per affrontare la vita, è energia da spendere altrove.

STRUMENTI UTILI PER LO SVILUPPO DELLA POESIA EVOLUTIVA

La poesia evolutiva può servirsi della musica, del movimento libero dei corpi: ciascun partecipante può interpretarla, divenendo co- creatore di una nuova poetica del gesto.

In questo tipo di interazione non esiste nulla di simulato, ma tutto è spontaneo, quindi l’errore non esiste e nessuno dovrebbe giudicare né sentirsi giudicato.

Questa poesia esce dai modelli poetici accademici, il poeta è un cantore delle masse ma non solo… diviene un canale di trasmissione. Così nella misura che la poesia evolutiva si arricchisce di nuovi ritmi, nuove immagini, le parole prendono direzioni diverse, divengono libere, rispetto all’intento poetico iniziale. Questo è un tipo di poetica dell’ascolto, dell’osservazione, della tolleranza.

Il poeta lascia come ultimo messaggio ai suoi interlocutori: “La via alla creazione è in voi stessi, questa poesia l’abbiamo scritta insieme”.

POESIA E PENSIERO

La poesia, in generale, si alimenta dal pensiero e il pensiero è la legge del mondo. Quindi il poeta, che si mette in gioco, impara a considerare il suo pensiero da molti punti di vista. Dall’astrazione mentale passa al piano emotivo, attraverso lo scambio e l’immaginazione, senza nessuna forzatura.

Infine, la poesia evolutiva stabilisce un contatto che non è solo uno stare ad ascoltare ma che diviene uno scambio.

È una poesia che disgrega ruoli e gerarchie. La poesia evolutiva fa del poeta un nuovo poeta, decentrato dalle vecchie forme di esibizione, dove non si ascoltano solo le voci che si portano con sé ma soprattutto le voci che arrivano dagli altri.

La poesia evolutiva dà modo al poeta di uscire dai blocchi, dalla consuetudine, dal ruolo impostato da vecchi copioni comportamentali, per dare una voce ai lettori. Il poeta cede la parola, cede la forma al contenuto.

Così il poeta si allena immedesimandosi negli stati d’animo dei lettori e i lettori rivivono emozioni analoghe a quelle del poeta, che pesca nel proprio bagaglio interiore.

Il risultato di questa interazione è una poesia sorprendente.

Il poeta impara ad ascoltarsi attraverso gli altri e ad ascoltare.

Ascoltare è un’arte. Quando si vuole esercitare l’ascolto profondo, si svuota se stessi per accogliere l’altro.

ECOLOGIA DELLA POESIA EVOLUTIVA

Questo nuovo modo di affrontare la poesia, non rappresenta un paradigma nato dal nulla, ma una nuova assunzione di coscienza, che comporta il decentramento dell’attore principale. Rappresenta una rielaborazione teoretica dell’esperienza nata da nuove domande.

In questo contesto vorrei ricordare il pensiero filosofico di Heidegger che definisce la condizione umana come co-esserci. Co-Esserci è, a mio avviso, la peculiarità che guida la poesia evolutiva, giacché sta alla base della struttura esistenziale della relazione stabilita dal poeta con i lettori.

Questa condizione ontologica implica che “gli altri (i lettori) non siano solo coloro che restano dopo che il poeta si è tolto. Gli altri sono piuttosto quelli dai quali per lo più non ci si distingue e fra i quali, quindi, si è anche” (Heidegger).

La poesia evolutiva è un pluralismo della parola, la parola è distanza, materia prima, che prende la forma del contenitore.

Per tutti i ragionamenti fatti fino ad ora, possiamo definire questo tipo di poetica ecologica, in cui le entità coinvolte entrano in relazione fra loro, in modo dinamico. Poeta e lettori, nello stesso tempo, contribuiscono a strutturare non solo la poesia (sostanza della materia prima) ma anche la stessa sostanza di sé stessi.

ONTOLOGIA DELLA RELAZIONALITÀ DELLA POESIA EVOLUTIVA

Il poeta è un ente che si relaziona con altri enti (lettori), quindi la poesia evolutiva assume come dato di fatto che l’essere di ogni ente prende forma dalle relazioni che si strutturano nell’incontro con gli altri, quindi non è che l’ente singolo non preesista, ma in realtà il poeta preesiste alle relazioni sotto una forma di voce co-emergente.

LA POESIA VERSO UNA VISIONE EVOLUTIVA

La marcia verso una diversa biologia funzionale della poesia credo sia inarrestabile: credo che questa nuova forma seppure non sostituendo la vecchia, guadagnerà sempre più spazio e consensi.

La poesia così diverrà un grande organismo che funziona come un unico ente, in cui gli organi si raggruppano in tessuti, ogni tessuto avrà la sua funzione, che produrrà cambiamenti, contestualizzati. Come si può intuire, questa forma interattiva di fare fluire la poesia, è un approccio sottoposto a continue evoluzioni. Si parte dalla poesia scritta, poi ci si trova a dover aggiustare continuamente il modo di rappresentare la poesia, nel corso delle relazioni con i lettori. Tutto ciò implica un adeguamento della poesia ai flussi di informazione che il processo euristico veicola.

La poesia evolutiva è una pianta rampicante, cresce in base alle energie che elabora dall’interno, ma si adatta continuamente al contesto.

LA POESIA PER STEP E VISIONE PERSONALE

Mi sento da sempre un poeta di anime, perché credo di creare una visione poetica dell’esistenza, con ogni mio verso.

Mi specchio nella terra, e cerco immagini attraverso la sua creazione, non credo di apportare nessun contributo né di creare nulla che già di per sé non esista, ma credo di essere una buona traduttrice, perché imparo dalle immagini cosa loro vogliono comunicarmi. Le immagini non seguono il paradigma dei misteri ma offrono dentro ogni piccola presenza la propria rivelazione.

La poesia evolutiva, nella parte consumata dal poeta, a tavolino, traduce in parole quello che per gli altri è un mistero, attraverso un rituale che il poeta stesso crea.

La poesia evolutiva però si arricchisce man mano, con i diversi step che portano alla fase finale dello “scambio” .

Credo che questo tipo di poetica sia un’arte in fermentazione, perché è aperta ai diversi modi di trasmissione e ammette i diversi percorsi proposti dai poeti per raggiungere l’obiettivo del cambiamento. Quindi questo modo di far poesia non è un esercizio di stile, ma è una pratica per imparare sul campo e, ogni poeta, a seconda del proprio bagaglio culturale, realizza il proprio percorso, raggiungendo lo stesso obiettivo ma con strumenti diversi.

Sicuramente, man mano che prenderà piede questo modo di fare, ciascun poeta può contribuire ad approfondire le conoscenze su questo argomento, riportando la propria esperienza diretta con gli interlocutori.

Da parte mia ho il proposito ambizioso di tracciare un piccolo inizio e contribuire con la mia esperienza allo sviluppo di questo nuovo modo di affrontare la poesia.

Per fare ciò non tralascio il mito e il rito, che secondo filosofi greci come Platone sono entità create dai poeti.

Tutto può diventare mito a patto che subisca una modificazione metalinguistica. Come sappiamo, il mito è un sistema di significazione, che crea comunità.

I miti moderni però, sono meno compresi dei miti antichi, nonostante siano ovunque, spiegano tutto, e servono a tutto. Sono onnipresenti.

I miti moderni, a differenza di quelli antichi, raramente narrano le origini.

Il ponte del mito moderno è un ponte fra il noto e il noto. Sono miti che rimandano al quotidiano. Narrazione che avviene in un istante, che si consuma ogni giorno, spesso labile. Ed è a questo punto che ho pensato di ricercare le radici della poesia evolutiva, perché essendo anch’essa estemporanea, contemporanea, in qualche misura improvvisata, spontanea e in equilibrio dinamico, ha delle caratteristiche del mito classico perché è simbolica e crea comunità, è come uno spettacolo, quindi un rituale, anche se differisce dal concetto di mito moderno perché racchiude in sé il concetto di evoluzione, che ha come obiettivo creare qualcosa che resti nel tempo, per adoperare il cambiamento che cambia.

OBIETTIVI A BREVE TERMINE

Ho pensato questo nuovo percorso con l’obiettivo di avvicinare l’uomo comune alla poesia e usare la poesia come strumento capace di agire sulla coscienza.

La poesia evolutiva non nasce con questa piccola relazione, ma io sto semplicemente cogliendo la possibilità del cambiamento, che sicuramente è già stato intrapreso da altri poeti.

CONDIZIONE NECESSARIA

Per realizzare questo progetto è necessario che la poesia esca dai caffè, dai gruppi e dai reading poetici fra poeti che parlano ad altri poeti, e vada verso le persone.

OBIETTIVI A LUNGO TERMINE DELLA POESIA EVOLUTIVA

Un obiettivo alto è riattivare la creatività, la capacità di esprimersi e di interagire con il linguaggio delle immagini, così da riattivare anche nei partecipanti la capacità di dare voce alle proprie immagini e di riportare alcuni stati emotivi inconsci verso la coscienza consapevole. Logicamente, questo obiettivo è più facilmente raggiungibile nella misura che la poesia evolutiva diventi un progetto a step negoziato, in cui ogni partecipante decida di programmare nuovi incontri, come una sorta di laboratorio in presenza.

NUOVO USO

La poesia evolutiva può essere vista anche come uno strumento terapeutico, soprattutto se è concepita nell’ambito di una serie di incontri, in cui il poeta nutre ed è nutrito dallo scambio.

Questo nuovo modo di fare poesia, secondo me, può essere molto utile nelle scuole e nelle comunità frequentate da persone con sofferenze psicosomatiche. Può essere vista anche come percorso itinerante, perché riproponendo lo stesso percorso a un target diverso, si possono cogliere le differenze ed imparare dai propri percorsi.

IL FUTURO

Nel futuro mi auguro di trovare collaboratori fra i poeti che credano in questo tipo di percorso e che mi aiutino con iniziative e nuove idee ad arricchirlo.

di Yuleisy Cruz Lezcano

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