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Dicesi ‘paraletteratura’ il complesso delle pubblicazioni letterarie considerate marginali perché non si pongono fini artistici o culturali. Premettendo che a volte ‘un libro é solo qualcosa che si legge’ (e va benissimo così) e che la letteratura di consumo non va confusa con la ben più nobile ‘letteratura bianca’ (categoria sui generis), viene spontaneo chiedersi quanto sia utile affollare gli scaffali delle librerie e (ahimè) biblioteche con romanzi per adolescenti che aspirano ad essere fantasy ma si riducono ad essere solo un mucchio di palpeggiamenti fra esseri di specie diversa. Senza parlare poi delle storie soft porn (poco soft e tanto porn) che, fregandosene di grandi classici come ‘Tropico del cancro’ di Henry Miller, solletica il cattivo gusto di casalinghe illetterate. E tanti complimenti a chi è stato abbastanza furbo da sfruttare il momento.

News Reporter
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