2° classificato per la narrativa edita al Premio Nabokov 2024

Massaro racconta con una voce cruda e tenera al tempo stesso, quella di una bambina nata “in malanotte”, destinata a diventare saldatrice per aggiustare ciò che il mondo rompe senza chiedere scusa. Attraverso il caffè del mattino — rito intimo e macchina del tempo — la narrazione si snoda tra cortili del Sud, aule scolastiche ostili, silenzi familiari carichi di non detti e ferite mai suturate. Nei ricordi dell’autrice c’è una lucidità dolorosa, in gradi di di guardare in faccia le figure genitoriali senza idealizzarle né condannarle del tutto. C’è rabbia, ma anche una struggente ricerca di senso, di parole che possano finalmente tenere insieme i pezzi. Il dialetto non è solo lingua, è pelle, è radice, è l’unico modo per dire certe verità che l’italiano non sa contenere. Il libro non cerca redenzioni facili. Piuttosto, ci accompagna in un percorso di accettazione lenta, fatta di sguardi finalmente posati su se stessi senza paura. Quella bambina che voleva saldare il mondo impara, con gli anni, che alcune crepe non vanno aggiustate: vanno abitate. E in questo abitare c’è tutta la forza di una femmina che sceglie, ogni giorno, di restare viva.
Adelaide
