IL LOUVRE E IL MONDO ANTICO

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Il museo del “Louvre”, situato a Parigi, tra la “rue de Rivoli” e la Senna, è tra i più prestigiosi al mondo e, in assoluto, il più visitato. È stato aperto nel 1793, durante la Rivoluzione Francese. È situato all’interno del (più vasto) “Palazzo del Louvre”, secondo più grande in Europa (135mila metri quadrati).

Le opere che vi si trovano presentano una “coerenza interna”, ossia un gioco di “rimandi”, le une con le altre. Ciò accade, non solo per quanto pertenga allo statuto dell’opera d’arte (universale, dalle civiltà primordiali alla Grecia antica, fino al Romanticismo, e oltre), ma anche, alle nazionalità associate. In tal senso, l’Antichità ha introdotto una cultura fondamentale per il mondo medievale e rinascimentale, fino al Secolo dei Lumi ed al XXIX Secolo. Il tutto, fino al contesto della Rivoluzione Francese ed allo splendore dell’età napoleonica.

Il “Vecchio Louvre” era di dominio della corte di Filippo II, molto prima della Rivoluzione. Successivamente, Luigi XIV ultimò i lavori di Francesco I. Nel “Nuovo Louvre”, Napoleone fece completare il “cortile quadrato” del palazzo annesso; fu seguito da Napoleone III, nell’introduzione della Place du Carrousel.

Attualmente, la Piramide posta al centro del sesquipedale cortile esterno è l’ingresso principale. Dietro la stessa, vi sono i meravigliosi Giardini delle Tuileries. Gli spazi interni si articolano secondo una tripartizione in “padiglioni” (su più piani), che portano il nome di: “Richelieu” (oggetti d’arte, arti decorative europee -francesi- e nord-europee, sculture), “Denon” (arte ispanica, asiatica, africana, americana ed australiana) e “Sully” (antichità, civiltà egizia, greca, latina, romana e italiana).

Vengono proposti diversi percorsi di visita, tra cui il seguente. Attraversando l’ala “Sully”, essendo arrivati al padiglione dell’Orologio, si giunge -con delle scale- alla sala delle “Cariatidi” (personaggi della mitologia greca, presenti, in particolare, nell’omonima “loggia” del Partenone, ad Atene). Seguono la “Venere di Milo”, altrimenti nota come “Afrodite” (nella Grecia antica, dea dell’amore) e la “Nike di Samotracia”.

Il visitatore viene invitato a compiere un “itinerario conoscitivo e cronologico”, non solo legato alla fruizione dell’opera, ma anche all’evoluzione che le civiltà connesse hanno seguito, nel corso della storia, la quale ne ha lasciato dei reperti dal valore inestimabile. Basti pensare al Codice di Hammurabi, che contraddistingue i Babilonesi (XVIII secolo a.C.), come una tra le più datate raccolte di leggi realizzate in scrittura cuneiforme e dal carattere eminentemente giuridico, tanto da essere considerato la fonte storica più rilevante delle culture mesopotamiche.

Sempre, in materia di arte antica (egizia), lo Scriba seduto (2620-2350 a.C.) mostra -a sua volta- come la scrittura sia la modalità espressiva predominante, non solo nella civiltà mesopotamica, ma anche in quella egizia. A quest’ultima, si aggiunge il culto dei faraoni, ben visibile in altre opere, tra cui: Anello di Tolomeo VI (II sec. a. C.),  Ramses VI su ostrakon (1140 a.C.) e Faraone tolemaico in basalto (II/I sec. a. C.).

La cultura greca si espleta nel Pothos di Skopas (330 a.C.). Pothos è una divinità foriera di desiderio e la sua rappresentazione si distingue per il pathos di cui è intrisa. Durante (ma non solo) la fioritura dell’arte di Prassitele, Skopas e Lisippo, la Grecia vive il periodo più prosperoso, dal punto di vista scultoreo (V/IV sec. a.C.), in consonanza con un momento (quello dell’Atene di Pericle) il cui massimo esponente politico investirà notevolmente nello splendore (economico, culturale ed artistico) della capitale.

Afrodite/Venere di Milo è stata erroneamente attribuita a Prassitele. La sua anatomia riprende concetti e regole greche scultoree, tra cui il “chiasmo” ed il “canone”. Il primo riguarda l’intersezione tra due linee oblique, tra le quali si genera una simmetria (a formare, idealmente, una “croce”) tra opposti; ciascun “opposto” lo è diametralmente, rispetto e lungo ognuna delle due linee oblique. Il canone è stato introdotto da Policleto, che ha individuato la perfetta proporzione, nel corpo umano, tra il capo e il corpo stesso, come “1:8”.

Da ultimo, la “Nike di Samotracia”, divinità bellica attualmente senza né testa né braccia: la sua posizione consiste in un appoggio sulla prua di una nave da guerra. In essa, coesistono tracce di stili di diversi scultori: le tre dimensioni (Lisippo), i chiaroscuri (Fidia) e lo slancio (Prassitele).

L’arte romana, a sua volta, si costituisce attraverso lo Spinario (I sec. a.C.) e Diana cacciatrice. Il primo illustra il tentativo -da parte di un giovane- di estirpare una ferita, da un piede: questo soggetto rimanda all’ideale bellicoso insito nella civiltà romana. La seconda, nel pantheon greco, è la dea Artemide (venerata a Smirne), raffigurata con un capriolo. Ancora una volta, si assiste al carattere romano, volto alla conquista e all’adorazione della guerra, di cui la dea è rappresentatrice.

In ultima analisi, secondo l’ordine cronologico proposto, restano da descrivere alcuni tra i capolavori italiani, riguardanti Leonardo da Vinci e i suoi 5 quadri. Passando all’ala “Denon” e salendo al 1° piano, nei cosiddetti “Salon carré” e “Grande Galerie”, ci si trova in presenza di capolavori di pittura italiana rinascimentale. All’interno di quest’ultima sono presenti, in particolare, 22 disegni e 5 quadri di Leonardo da Vinci.

Stefano Chiesa

Foto: Le Piramidi del “Louvre”

Fonte: “JuzaPhoto”

News Reporter
Milano, 1990. Laureato magistrale e triennale in Filosofia ("Vita-Salute San Raffaele", 110/110, 2014) con un "Erasmus" di un anno presso l'Université "Paris 1/Panthéon-Sorbonne". Ho lavorato come articolista, content creator e intervistatore per "MilanoSud" (2021), "Melegnano Web TV" (2020/21) e "Aracne TV" (2020). Sono stato finalista premiato al premio "Nabokov" (dicembre 2021). Per ogni altra informazione (libri, critica musicale, conferenze tenute, riconoscimenti letterari), ecco il mio sito: "www.stefanochiesascrittore.it" Grazie :D
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