1° classificato per la sezione di narrativa inedita al Premio Nabokov – 2024, poi pubblicato TRALERIGHELIBRI EDITORE

“Il condominio di Via Tembien” è un romanzo che si legge come un sussurro tra due epoche. Paolo Ricci intreccia con delicatezza le vite di Ahmed, un ragazzo marocchino cresciuto a Pistoia, e di Petronilla Conti, insegnante fascista degli anni Trenta, legate da un quaderno dimenticato in una cantina. Non è solo una storia di fuga o di ricerca: è un dialogo silenzioso tra chi cerca radici e chi le ha perse, tra esclusione e appartenenza, tra silenzi familiari e verità sepolte. Lo stile è asciutto, quasi cinematografico nei passaggi di Ahmed, mentre si fa più ricercato e vibrante nelle pagine del diario di Petronilla, dove affiorano citazioni da Pirandello, De Amicis, Pascoli — non come esibizione, ma come tessuto vivo di un’epoca. Ricci non giudica i suoi personaggi: li lascia respirare nella loro contraddizione, con rispetto e pudore. Ahmed non è un eroe né un ribelle; Petronilla non è una fanatica né un’eroina. Sono persone vere, fragili, in cerca di un posto nel mondo. La narrazione alterna tempi e voci con naturalezza, senza forzature, e il condominio diventa metafora perfetta di un’Italia stratificata, ferita, ma mai spenta. Ciò che colpisce è la tenerezza con cui Ricci racconta l’incomprensione quotidiana — quella tra padri e figli, tra italiani e nuovi italiani, tra passato e presente. Un libro che non urla, ma resta dentro. E che, pagina dopo pagina, ti fa sentire un po’ meno solo.
Silvia
