I dolori di Re Chicchinella a teatro

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Una corte che non ha a cuore le sorti del proprio re, che razza di corte è? Risposta facile, se assistiamo allo spettacolo Re Chicchinella per la regia di Emma Dante. È una corte molto simile a un gallinaio e d’altronde la scena non lascia spazio a dubbi interpretativi. Attraverso un gioco di luci essenziali, riflettori puntati sul nero della scenografia, un gruppo di umani dalla testa gialla di gallina starnazza in sincronia davanti a una grande gonna nera che protegge come un guscio il re. Chi sarebbe il sovrano? Re Carlo III d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, principe di Giugliano, conte d’Orleans, visconte d’Avignon e di Forcalquier, principe di Portici Bellavista, re d’Albania, principe di Valenzia e re titolare di Costantinopoli. Apparentemente potente, si nasconde invece alla vista per cercare il modo migliore di affrontare la malattia.

La sala piena del Teatro Argentina di Roma assiste alle convulsioni del corpo stanco del monarca (Carmine Maringola). L’attore è bravissimo a restituire il dolore che una gallina gli procura nell’ano. Sì, proprio così. Una gallina si è infilata nel sedere regale dopo che, durante una battuta di caccia, il re ha sentito l’esigenza di svuotare le viscere, ma in mancanza di carta con cui pulirsi, ha afferrato le piume morbide di una gallina che sembrava morta e che invece a contatto con il calore del deretano si risveglia per entrare nel sacro buco e attaccarsi con il becco all’ intestino per non uscirne mai più.

Da quel momento in poi, l’esercizio del potere è subordinato agli umori fecali del re. È un potere marcio. È il declino di qualsiasi forma di autorità. Il sovrano è perennemente umiliato da una moglie frigida e da una poco amorevole figlia, che lo spingono a nutrirsi contro la sua volontà, solo perché la gallina nell’intestino regale alla presenza di cibo reagisce con l’espulsione di uova d’oro dal venerato sedere del monarca. A chi interessa veramente la sua salute, quando la situazione scomoda di convivere con un pennuto nel sedere è fonte di ricchezza inaspettata?

Emma Dante si cimenta per la terza volta con un testo fondamentale della letteratura italiana, il seicentesco Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, raccolta di fiabe in lingua napoletana. Dopo La scortecata e Pupo di zucchero, Re Chicchinella è la regia perfetta per descrivere una corte dei miracoli attorno al delirio anale di un re. C’è molta ironia nell’adattamento lasciato appositamente in lingua napoletana, ben rappresentata nel banchetto organizzato per invogliare il monarca a mangiare e poi produrre le uova d’oro. Corpi fluidi dalle forme esagerate ballano intorno al re; partono da un tè con i pasticcini per arrivare a fette di mortadella trangugiate in circoli vorticosi, a piatti di spaghetti elevati al cielo come ostensione laica di cibo sacro. In platea si vive l’esperienza olfattiva: il profumo della mortadella invade lo spazio di poltrone di velluto e di palchetti assiepati.

È lo spettacolo dell’ipocrisia, che contagia anche il sovrano. Re Chicchinella alla fine si convince a mangiare un’oliva e una fetta biscottata, quanto basta per cacare tra sforzi e convulsioni muscolari resi in maniera sublime dall’attore, un uovo d’oro, un misero uovo che rappresenta il potere ricoperto di merda. Il re si ripara nella sua gonna enorme, si vergogna di espellere dal corpo tracce di autorità di cui qualcun altro si appropria. Ridiamo della miseria di un pover’uomo che ha già abdicato in favore dei suoi sottoposti. Ridiamo delle galline di corte disposte a tutto pur di conquistare briciole di cacca. Finché su tutto arriva la morte del sovrano e qui devo ringraziare Emma Dante di aver commentato la tragica fine del re, molto bella e coinvolgente, con il brano Lascia che io pianga di Georg Friedrich Händel, mostrando la cruda sorte di un monarca sopraffatto da una gallina, ma con moglie, figlia e corte in delirio per una morte del potere che significa la nascita di un nuovo potere identico al precedente.

Gli animi rilassati da una overdose di ironia non si accorgono che morto il re, ne prende il posto la gallina che si era attaccata alle sue viscere. È sempre la stessa storia, l’adorazione biblica del vitello d’oro, ora trasformato in un pennuto. La corte e l’intero reame giubilano al nuovo monarca piumato, si lanciano gli uni agli altri le uova fonte di ricchezza, il sovrano appena morto è già dimenticato nel nome del potere di chi detiene l’oro.

Non ci accorgiamo di nulla, anche noi siamo anestetizzati da una rappresentazione perfetta degli eventi, perfetta al punto che non lascia margini a sbavature e a emozioni profonde. Lo spettacolo purtroppo è troppo breve, appena un’ora, quando il desiderio sarebbe stato di assistere ancora di più alle vicende di un uomo sgretolato dal suo stesso potere, di entrare nella vita del re, di conoscerlo meglio, di godere, una volta tanto che accade, di uno spettacolo dalla grande presa sul pubblico.

foto: Masiar Pasquali

Re Chicchinella

libero adattamento da Lo cunto de li cunti

di Giambattista Basile

scritto e diretto da Emma Dante

con Angelica Bifano, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto,

Carmine Maringola, Davide Mazzella, Simone Mazzella, Annamaria Palomba, Samuel Salamone,

Stephanie Taillandier, Marta Zollet

elementi scenici e costumi di Emma Dante

luci Cristian Zucaro

assistente ai costumi Sabrina Vicari

visto per voi al Teatro Argentina di Roma il 31 ottobre 2025

News Reporter
Andrea Mauri è nato nel 1966 a Roma. Lavora in Rai e si occupa dell’archivio multimediale presso Rai Teche. Ha pubblicato il romanzo mickeymouse03 (Alter Ego, 2016), due racconti lunghi nel libro L’ebreo venuto dalla nebbia (Scatole Parlanti, 2017), il romanzo Due secondi di troppo (Il Seme Bianco, 2018) e le raccolte di racconti “Contagiati” (Ensemble, 2019) e “Ragazzi chimici – Confessioni di chemsex” (Ensemble, 2020), quest’ultimo lavoro insieme ad Angela Infante, Il passo dell’ombra (Affiori, 2024). La recente sua pubblicazione è il romanzo Poison (Extempora Edizioni, 2025). Scrive racconti su antologie, riviste letterarie e blog.

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