Bastano alcuni esempi di passi tratti dal testo per comprendere quanto l’autore sia entrato “in profondità” nel descrivere atteggiamenti, sensazioni e sentimenti che si sono sedimentati dentro al suo essere a partire dai primi anni di vita: “E forse ognuno di noi è segnato alla nascita dalle energie degli eventi. E subito a bruciapelo: la prima particolarità che mi viene in mente su di me? Dondolo. Da sempre dondolo ciondolandomi in qualche modo, da quando la consapevolezza e l’equilibrio si sono impadroniti del mio corpo. […] Ma il bello è che lo faccio ancora.”
Sono presenti descrizioni a tratti poetiche che delineano i luoghi in cui si svolgono le vicende. In particolare mi ha colpito il paesaggio crepuscolare e notturno che il protagonista ammira durante un’estate in cui svolse attività di volontariato per il WWF a Lampedusa: “Alle 20 il sole era un disco rosso ormai completamente inabissato nelle acque cristalline di un mare calmissimo, che partendo da quella spiaggia solitaria e incontaminata, battuta già dal fresco vento notturno, si espandeva a perdita d’occhio, dividendosi l’orizzonte con una splendida volta celeste che scuriva rapidamente.” […] Più tardi, nell’inconsapevolezza più totale del tempo trascorso, nel pieno della notte e nella quiete più totale, mi arrivarono echi lontani e suoni fugaci, che immaginai come frequenze oniriche di un beato dormiveglia. […] E da quella barca giungeva un coro soffocato di voci umane.” Si trattava, come dirà poco dopo l’autore, di uno dei primi sbarchi di migranti dalla costa africana.
La narrazione è un caleidoscopio di incontri e “scontri” scaturiti dalle amicizie e dagli amori degli anni giovanili (soprattutto dell’ultimo decennio del ‘900 e del primo degli anni Duemila) che il protagonista, lo stesso Mirko Francesconi, ricorda oggi e racconta, da adulto, senza censure ed eufemismi. E il risultato è uno stile diretto e privo di fronzoli, che non lascia nulla all’immaginazione, come viene precisato nell’Epilogo dell’opera: “Era il nostro modo di darci il buongiorno, fatto di frasi taglienti e costruite con spiccata ironia, che erano le stesse da anni e lo sono ancora oggi.”
